Giallo Caronia

Ecco perchè per i legali della famiglia Mondello Viviana non si è suicidata

La relazione tecnica di analisi sistemica criminalistica, criminologica, investigativa di Carmelo Lavorino e Antonio Della Valle.

Ecco perchè per i legali della famiglia Mondello Viviana non si è suicidata
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Giallo di Caronia: la relazione tecnica di analisti sistemica criminalistica, criminologica e investigativa del professor Carmelo Lavorino e del dottor Antonio Della Valle, consulenti della famiglia Mondello, che spiega perchè Viviana Parisi non può essersi suicidata.

Ecco perchè per i legali della famiglia Mondello Viviana non si è suicidata

I consulenti della famiglia Mondello, professor Carmelo Lavorino e dottor Antonio Della Valle, hanno consegnato ai legali della famiglia Mondello, Claudio Mondello e Pietro Venuti, la relazione tecnica di analisi sistemica criminalistica, criminologica, investigativa, medico legale a iniziale confutazione della richiesta di archiviazione presentata dai pubblici ministeri dottore Angelo Vittorio Cavallo, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Patti e sostituti procuratori dottori Alessandro Lia e Federica Urban presso il Tribunale di Patti in merito alla morte di Viviana Parisi e del figlio Gioele Mondello.

La Relazione, oltre che da Lavorino e Della Valle, è firmata anche dal dottor Enrico Delli Compagni psicologo forense e si è avvalsa della collaborazione delle Dottoresse Nicolina Palamone ed Angelica Zenato antropologhe forensi.

La Relazione è composta da 50 pagine e confuta in modo scientifico, tecnico, logico, criminologico e criminalistico le 526 pagine della richiesta di archiviazione, i 144 punti di conclusione della stessa, le consulente tecniche dei numerosi Consulenti della Procura laddove confutabili.

Lavorino e Della Valle affermano:

"Tenuto conto dei risultati delle attività info-investigative, delle consulenze e delle relazioni della Polizia Giudiziaria e Scientifica, dei Consulenti della Procura di Patti e di tutto il materiale nel fascicolo che abbiamo avuto l'opportunità di leggere, tenuto conto dei rilievi fotografici, degli esami tecnici riportati nelle consulenze, in attesa di ulteriori esami dei corpi tramite la strumentazione Laser 3d da parte nostra e della documentazione a colori ancora non pervenuta (foto e video), e quindi per quanto in nostro possesso e per quanto sopra relazionato, letta con attenzione l'intera richiesta di archiviazione (che non condividiamo) e tutte le relazioni tecniche e di attività investigative cui si riferisce concludiamo come in seguito:

PUNTO 01- La richiesta di archiviazione dà APODITTICAMENTE per assodato che la colpa dell'incidente sia stato causato dallo stato psichico destabilizzato di Viviana Parisi, che la stessa sia scesa allora dalla vettura incidentata assieme al figlioletto Gioele e con lo stesso si sia avventurata all'interno del bosco di Carona per poi assistere alla morte di Gioele e, poi, avviarsi verso il suo suicidio tramite certissimo arrampicamento sul traliccio Enel D59 e certissima precipitazione con salto e lancio finalizzata alla morte certa.

La richiesta di archiviazione dà per certo che Viviana Parisi benché avesse problemi psicologici e di salute non aveva alcuna intenzione di uccidere il figlioletto, anche se poi si ipotizza che potrebbe averlo fatto per poi fare divenire tale congettura una certezza (in realtà non dimostrata con alcun elemento criminalistico, forense, medico-legale, psichiatrico e testimoniale).

PUNTO 02- SICURAMENTE non vi è stato alcun atto aggressivo di Viviana Parisi nei confronti di Gioele Mondello come invece erroneamente ritenuto dalla richiesta di archiviazione.

PUNTO 03- Abbiamo dimostrato quanto segue:
= l'impossibilità di arrampicamento da parte di Viviana sul traliccio enel d59 e impossibilità del lancio suicidiario dal traliccio e/o di precipitazione dallo stesso.
= se Viviana si fosse buttata dal traliccio l'altezza di caduta – come ipotizzato dalla polizia scientifica di Catania – dovrebbe essere di almeno 8 metri: ma questo è impossibile perché Viviana non poteva arrampicarsi perdipiù senza scarpe a quell'altezza e perché le fratture sono di caduta da 2-3 metri.
= le scarpe e il calzino di Viviana Parisi sono stati posizionati dal soggetto ignoto per depistaggio e per autogratificazione.
= le scarpe di Gioele sono state posizionate sul luogo del rinvenimento per depistaggio e per autogratificazione.
= vi è stata l'azionata combinata e complessa di una “combinazione criminale” che ha depistato, composto la scena, messo in posa i corpi e le scarpe delle due vittime.

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PUNTO 04- SICURAMENTE Viviana non si è buttata per i seguenti motivi, ci auguriamo che l'opinione pubblica li recepisca, così la stessa non sarà più ammorbata con il fattoide “infanticidio – suicidio”.

PUNTO 05- Le lesioni presenti sul corpo della vittima ritrovata alla base del traliccio sono di sicuro da precipitazione da media altezza.

PUNTO 06- Non vi è stato alcun atto aggressivo di Viviana Parisi nei confronti di Gioele Mondello come invece erroneamente ritenuto dall'R.D.A.

PUNTO 07- La morte di entrambi si è verificata all'interno di un invaso/i contenitore/i sito/i nel bosco di Caronia con le caratteristiche simili a quelle di un pozzo. Quindi, Viviana Parisi e Gioele Mondello sono precipitati in un pozzo (o in un contenitore profondo 3-4-5 metri con circa mezzo metro d'acqua) per trovare la morte infine in seguito ad asfissia in acqua per lo stato in cui sono convenuti alla base dell’invaso; da tale contenitore in seguito sono stati prelevati dopo la loro morte e poi traslati verso i rispetti luoghi di rinvenimento per ovvi motivi di interesse, di opportunità e di evitare attribuzione di responsabilità.

PUNTO 07.BIS- La precipitazione è avvenuta mentre i due avevano entrambi le scarpe ai piedi, mentre Viviana manteneva il bambino in braccio ed era in camminamento veloce o in fuga, verosimilmente da cani, da persone o da altre situazioni reali.

PUNTO 08- Non è stato dimostrato alcun nesso eziologico fra lo stato psichico e le condizioni di salute di Viviana Parisi con la morte del piccolo Gioele Mondello e la morte della medesima.

PUNTO 09- Viviana Parisi non aveva possibilità di raggiungere il traliccio dal luogo del rinvenimento dei resti di Gioele e tantomeno dall'uscita della galleria di Pizzo Turda. Basti considerare che i lavoranti di sughero DOVEVANO PER FORZA DI CIRCOSTANZE E POSIZIONAMENTI SCORGERLA e l'altissimo impedimento dei microsentieri tormenatti e impediti da rovi, sterpaglie, sassi, buche e sterco di vacche e di altri animali che avrebbe dovuto percorrere, per poi arrivare sulla c.d. “ara sacrificale” dove sono stati rinvenuti i sandaletti di Gioele.

PUNTO 10- Non vi è alcun elemento atto a fare ritenere che il corpo di Gioele sia stato trasportato dalla fauna dalla zona traliccio al luogo del rinvenimento dei suoi resti, in realtà tutto depone contro tale ipotesi, a iniziare dall'impossibilità che Viviana abbia raggiunto tale luogo, sperduto, impervio e incredibilmente difficoltoso da raggiungere.

PUNTO 11- Il ritardo investigativo sulla ricerca dei suddetti invasi ha fatto sì che la "combinazione criminale" abbia potuto fare sparire SIN DALL'INIZIO tutte le tracce della precipitazione dei due, della loro presenza e di qualunque attività di depistaggio

PUNTO 12- Non si è verificato nessun crollo psicotico di Viviana Parisi, la diagnosi di disturbo paranoide di personalità con delirio di persecuzione, aderisce alla realtà e non comporta alcun aspetto psicotico di tipo allucinatorio.

PUNTO 13- L'unico scenario che corrisponde a tutti gli elementi in atti, ai reperti, alle tracce, ai dati forensi, che non ha alcun vulnus contrario, che non presenta errori e/o vizi logici è il seguente: Viviana Parisi e Gioele Mondello infante sono precipitati in un pozzo (o in un contenitore profondo 3-4-5 metri con circa mezzo metro d'acqua) per trovare la morte infine in seguito ad asfissia in acqua per lo stato in cui sono convenuti alla base dell’invaso. Da tale contenitore in seguito sono stati prelevati dopo la loro morte: in prima ipotesi non in contemporanea, ma in momenti diversi, in seconda ipotesi il prelievo è stato effettuato in contemporanea. I due corpi sono poi stati traslati per ovvi motivi di interesse, di opportunità e di evitare attribuzione di responsabilità verso i rispetti luoghi di rinvenimento.

"Ci dichiariamo consapevoli di avere agito con scienza, conoscenza e coscienza, freddezza e obiettività, e riteniamo di avere ottemperato all'incarico affidatoci che sin dall'inizio abbiamo precisato che accettavamo solo per dare un contributo alla vera Verità, qualunque essa fosse, anche la più dolorosa", concludono i consulenti.

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