ciriè e san benigno canavese

E' caccia agli esibizionisti nel Canavese: prima l'incubo delle podiste ora il maniaco mascherato

Mentre ha fatto notizia la richiesta di un altro esibizionista (sempre di Ciriè) che ha richiesto la castrazione chimica, vedendosela negare

E' caccia agli esibizionisti nel Canavese: prima l'incubo delle podiste ora il maniaco mascherato
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E' caccia agli esibizionisti in quel del Canavese: solo qualche settimana fa circolava la notizia di un esibizionista lungo la ciclabile tra Ciriè e Nole, tra le vittime donne di tutte le età. Poi, l'esibizionista mascherato di San Benigno Canavese che invece predilige le ragazzine.

Accanto a due storie di cui si sa poco però c'è anche la vicenda di un ultrasessantenne ciriacese recidivo che ha chiesto ai giudici la castrazione chimica.

Dopo cinquant'anni di reati e condanne con la consapevolezza che una volta tornato in libertà sarebbe tornato a infastidire bambine e bambini, l'uomo ha chiesto un intervento dello Stato, vedendoselo però negare.

La caccia al maniaco di San Benigno

Per quanto riguarda il maniaco di San Benigno, si sa che frequenta i luoghi di ritrovo delle ragazzine e poi, avvicinandosi alle giovani vittime, si cala i pantaloni davanti a loro mostrando le parti intime. Come riportando i colleghi di Prima il Canavese, la ricerca dell’autore di tali atti agghiaccianti va avanti in realtà da mesi: i primi casi segnalati, infatti, risalgono allo scorso luglio.

Il soggetto in questione, di cui ancora non si conosce l’età, era stato avvistato in quel periodo tra la gelateria Marilù e la stazione cittadina.

L’allarme era stato lanciato, sia sui social sia attraverso segnalazioni ai Carabinieri di Volpiano e al Comune di San Benigno, da diversi genitori le cui figlie, appena adolescenti, erano state adescate dal maniaco. Il cui “identikit” era molto approssimativo: di lui si sapeva solo che girasse sempre indossando un cappellino e degli occhiali da sole e portando una valigetta. Già allora, molti sanbenignesi non era stati affatto morbidi nell’invocare giustizia e punizioni “adeguate”. Ma poi, per diverso tempo, dell’uomo si era persa qualsiasi traccia.

L'ultimo avvistamento

Fino alla scorsa settimana, quando, a distanza di 4 ore uno dall’altro, si sono registrati due nuovi casi, vicino alla stazione e alle scuole. E tutto farebbe pensare che il responsabile sia il medesimo degli episodi avvenuti in estate. Una mamma ha raccontato ai colleghi:

Mia figlia, che frequenta le medie, era uscita da scuola e si trovava tra piazza Italia e via Volpini quando si è trovata di fronte questo “elemento”, che come l’ha vista si è tirato giù i pantaloni. Lei ovviamente si è messa ad urlare, e sono arrivate altre ragazzine, ma l’uomo è subito scappato. Nessuno è riuscito nemmeno a scattargli una foto. Quando è arrivata a casa mia figlia era molto spaventata, e piangendo mi ha raccontato l’accaduto: allora ho preso immediatamente la macchina e ho fatto alcuni giri della zona, ma non ho trovato il balordo. Se fossi riuscita a trovarlo... gli avrei fatto passare la voglia, talmente ero nervosa quel giorno.

Aveva una bandana di colore blu che gli copriva il naso e la bocca, un cappellino e teneva in mano una valigetta. Quello che più ha terrorizzato mia figlia è stato lo sguardo con cui la guardava. Adesso abbiamo paura a lasciarla percorrere da sola anche brevi tragitti in paese.

Il fatto è stato nuovamente segnalato alle forze dell’ordine, che però al momento  non sono ancora riuscite a fermare il responsabile.

Il maniaco della ciclabile

Il caso ricorda quello del maniaco che settimane fa mostrava i genitali alle marciatrici della ciclabile che da Ciriè porta a Nole inerpicandosi fino a Lanzo Torinese.


In città si è subito creato un tam tam nei bar cittadini, poi sono arrivate le testimonianze delle podiste. Tra queste quella della settantenne Mariuccia (nome di fantasia ndr) che riportiamo:

La scorsa settimana, oddio non ricordo più se martedì o mercoledì, ero da sola sulla ciclabile intenta alla mia solita camminata. Saranno state le 10 del mattino. A un tratto da un prato vicino vedo sbucare un uomo, sarà stato sui 50-60 anni, calarsi all’improvviso i pantaloni e mostrare i genitali. E poi giù una raffica di parolacce...

A questo punto la donna, impaurita, ha aumentato l’andatura e si è allontanata velocemente.

La richiesta (negata) di castrazione chimica

Era il settembre del 2021 quando un 62enne sotto sorveglianza dalle forze dell'ordine, ma in permesso per recarsi dallo psicologo, fu sorpreso a masturbarsi davanti ad alcune bambine in un parco giochi di Cirié.

Come riportano i colleghi di Prima il Canavese, dei genitori lo videro e iniziarono a rincorrerlo. L’uomo si diede alla fuga, che si concluse dopo alcune centinaia di metri, all'arrivo dei Carabinieri e della Polizia Locale. Il pensionato con alle spalle una lunga carriera di reati e condanne è stato quindi arrestato. Dal carcere, l'uomo ha chiesto la castrazione chimica sostenendo di essere certo di non essere in grado di controllarsi. Dopo l’arresto di Ciriè dalla casa di cura era passato al carcere di Alba (Cuneo), nella sezione casa lavoro. Aveva patteggiato sette mesi di reclusione e il giudice si era riservato di decidere. Dieci giorni dopo, perquisendo la sua camera nella struttura sanitaria, gli erano state trovate oltre 30 mila foto pedopornografiche.  Il problema, come riferisce il suo avvocato del foro di Torino, Maurizio Pettiti che pochi giorni fa l'ha difeso nell'ultimo processo, è che in Italia non è possibile ricorrere a questa forma di inibizione, se non per motivi oncologici.

 

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