meana di susa

Due lupi sbranano un capriolo nella piazza centrale del paese sotto l'occhio delle telecamere

Le immagini, a distanza di qualche giorno, sono rimbalzate sui principali mezzi di informazione creando non pochi allarmismi.

Due lupi sbranano un capriolo nella piazza centrale del paese sotto l'occhio delle telecamere
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Due lupi predano un capriolo nella piazza centrale di Meana di Susa, nel Torinese. Una videocamera di sorveglianza del Comune, alle 2.30 di una notte di fine febbraio, riprende la scena. Le immagini, a distanza di qualche giorno, sono rimbalzate sui principali mezzi di informazione creando non pochi allarmismi. Ma la situazione è veramente così preoccupante?

 

La situazione nel Nord Italia

Sicuramente il numero di lupi presenti in diverse zone del Nord Italia porta a pensare che in alcune aree delle Alpi sia stato raggiunto uno stato soddisfacente di conservazione delle specie, tale che si possa iniziare a considerare la possibilità di introdurre nuove misure di contenimento, per tutelare innanzitutto gli allevatori, ma anche, in prospettiva, il turismo, visto che il moltiplicarsi di notizie circa attacchi ai branchi o avvistamenti vicino ai luoghi abitati scoraggia i frequentatori delle vallate.

È quanto emerso nel corso di un incontro che il vicepresidente della Regione Piemonte, Fabio Carosso, ha indetto con gli assessori competenti di tutte le Regioni dell’arco alpino (Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento e di Bolzano, Veneto, Friuli Venezia Giulia), per impostare un lavoro comune volto ad affrontare congiuntamente il delicato tema della convivenza uomo-lupo, alla luce della crescita che quest’ultimo ha conosciuto negli ultimi anni.

Servono nuove regole

«Solo in Piemonte – ha spiegato il vicepresidente Carosso – si contano oltre 450 esemplari di questa specie, laddove in tutta la Francia il loro numero è di circa 550. È evidente come una presenza così importante, con il susseguirsi di assalti agli animali e di avvicinamenti ai centri abitati, necessiti di un cambiamento di politica, di trovare delle regole diverse da quelle attuali, perché insieme alla biodiversità, che deve essere preservata, si riescano a tutelare anche le categorie socio-economiche».

La decisione delle Regioni del Nord, quindi, è stata quella di costituire un tavolo politico, guidato dal Piemonte, il quale, prendendo spunto anche dalle legislazioni vigenti in altri Paesi europei, come la Francia, formuli un documento da sottoporre al ministero dell’Ambiente, che punti a dare ai territori strumenti innovativi rispetto a quelli vigenti.

La posizione degli animalisti

Per quanto riguarda il numero crescente di immagini di avvistamenti di lupi in centri abitati dalla pagina Facebook Canis lupus italicus - Lupo appenninico (pagina di informazione e divulgazione scientifica sui temi riguardanti biologia, ecologia, tecniche di studio, strategie e misure di gestione e conservazione del lupo in Italia) arriva non solo una forte rassicurazione, ma anche un consiglio su come comportarsi di fronte a scene come quelle immortalate a Meana di Susa:

Vedere un lupo di notte in un centro abitato non è sicuramente uno spettacolo anomalo. Il lupo, in un Paese ad antropizzazione diffusa come l'Italia, da sempre utilizza aree intorno ai paesi, e spesso, nelle ore notturne in particolare, attraversa anche i centri abitati. In inverno poi, normalmente gli ungulati selvatici, specialmente in annate nevose come questa, si spostano verso i fondovalle. E i lupi ovviamente seguono le loro prede, spostandosi con maggiore frequenza nei fondovalle. Questo non rappresenta affatto un pericolo per le persone, che devono però adottare comportamenti corretti. Tenere gli animali domestici in strutture sicure durante la notte e evitare di lasciare risorse alimentari attrattive per i selvatici sono corretti comportamenti grazie ai quali possiamo convivere tranquillamente con il lupo.

 

 

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