Altri due sono stati sospesi

Corruzione in un appalto di mascherine durante il primo lockdown: arrestati due carabinieri

I militari dell'Arma indagati avrebbero favorito nelle loro attività due imprenditori cinesi, operanti nel Torinese.

Corruzione in un appalto di mascherine durante il primo lockdown: arrestati due carabinieri
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L'inchiesta risale a marzo 2020, in pieno primo lockdown causa Covid-19. Le mascherine, all'epoca, erano un bene raro e pur di averle, per evitare di infettarsi con in virus, si era disposti a tutto. Nel corso della mattinata di oggi, mercoledì 9 febbraio 2022, sono state eseguite nove misure cautelari per corruzione e omissione di atti d’ufficio per un appalto di mascherine destinate alle caserme dei carabinieri di tutto il Piemonte durante la prima ondata della pandemia: due carabinieri sono stati arrestati, mentre altri due sono stati sospesi. I militari dell'Arma indagati avrebbero favorito nelle loro attività due imprenditori cinesi, operanti nel Torinese.

Corruzione nell'appalto di mascherine: arrestati due carabinieri

Una brutta e spiacevole vicenda che riguarda l'Arma dei carabinieri. Nel corso della mattinata di oggi, mercoledì 9 febbraio 2022, sono state eseguite nove misure cautelari: due carabinieri sono stati arrestati, mentre altri due sono stati sospesi dall’attività lavorativa con l'accusa di corruzione e omissione di atti d’ufficio per un appalto di mascherine destinate alle caserme dei militari dell'Arma di tutto il Piemonte durante la prima ondata della pandemia da Covid-19. A finire nei guai anche alcuni imprenditori, di cui due di nazionalità cinese. L'inchiesta della pm Fabiola D'Errico era nata dalla scoperta di un ordine gonfiato per l’acquisto delle mascherine destinate ai carabinieri piemontesi.

Mascherine in cambio di regali

Il fatto risale al marzo del 2020, in pieno primo lockdown da Covid-19, quando le mascherine erano considerato un bene raro. Nella bolla d’acquisto da parte di un’ufficiale donna a capo del servizio amministrativo era stato raddoppiato il reale fabbisogno di mascherine. Il marito di quest'ultima, anche lui carabiniere (ora in arresto) operante presso l’ispettorato del lavoro, era amico di un imprenditore cinese, ed erano emersi regali, tra cui uno smartwatch e un prosciutto crudo.

L'ordine di 40mila mascherine venne contraffatto a 87mila. La donna, il cui grado era quello di colonnello, aveva spiegato di aver "commesso una leggerezza" per il timore di non riuscire ad avere in fretta le mascherine di cui c’era una reale urgenza.

Tutte le accuse a loro carico

Le accuse a loro carico sono multiple: corruzione aggravata, falsità materiale commessa dal Pubblico Ufficiale, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico e omissione atti d’ufficio. I carabinieri indagati avrebbero favorito nella loro attività due imprenditori cinesi operanti nel Torinese.

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