Fra Torino e Grugliasco

Contratti telefonici fantasma e acquisti con carte di credito altrui, quattro arresti

In manette i furbastri che si credevano hacker: magari ci si riesce ma poi si viene sempre individuati.

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Attivavano contratti telefonici e compravano costosi smartphone di grande valore (alcuni arrivano anche a costare mille euro l'uno) utilizzando dati e carte di credito di ignari cittadini: i Carabinieri hanno smascherato un gruppo criminale dedito alle truffe.

L'operazione dei militari è partita alle prime ore dell’alba, nella provincia di Torino: oltre quaranta Carabinieri del Comando Provinciale di Torino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del capoluogo piemontese su richiesta del Gruppo criminalità organizzata comune e sicurezza urbana della locale Procura della Repubblica.

Tredici italiani in tutto

Destinatari quattro italiani ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di truffa, sostituzione di persona, indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito. Insomma: i classici furbastri che si credono hacker e provano a rubare usando le carte di credito altrui. Sembra facile, magari ci si riesce anche, ma poi si viene sempre individuati. Altre nove persone, tutte di nazionalità italiana, sono state invece indagate a piede libero a vario titolo per aver fatto parte del sodalizio o per aver concorso nella commissione di singoli reati oppure ancora per favoreggiamento.

L’indagine, condotta dalla Stazione dei Carabinieri di Grugliasco (To) e durata 14 mesi, ha consentito di documentare l’esistenza di un gruppo criminale al quale appartenevano, tra gli altri, due impiegati di un centro di telefonia di Torino.

55mila euro il bottino

Erano loro che, utilizzando i documenti di identità e gli estremi delle carte di credito di ignare persone, acquistavano a nome loro sim-card e telefoni cellulari di ingente valore. Lo schema della truffa era quello di attivare contratti di telefonia con piani rateali che prevedono la consegna di smartphone senza l’esborso immediato di denaro (sono offerte regolari che esistono nel mercato della telefonia). Questo consentiva di rivendere i prodotti a terze persone, prevalentemente all’estero, prima che il reale intestatario della carta di credito usata potesse accorgersi dell’addebito.

Anche perché le carte di credito "pagano" il 15 del mese successivo rispetto alla data di acquisto. Ciò consentiva un ulteriore margine ai delinquenti. Complessivamente sono stati documentati gli acquisti di 63 smartphone e 67 schede telefoniche per un bottino totale di 55.000 euro. Neanche granché se ci si pensa, da dividere fra tutti. Questa dunque la vicenda degli arresti per contratti telefonici farlocchi e acquisti con carte di credito altrui.

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