Carcere di Torino, si impossessa di un estintore e ferisce tre agenti di polizia
Lo denuncia Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria
Sale la tensione nelle carceri piemontesi. Nella giornata di ieri, lunedì 12 dicembre 2022, nel “Lorusso e Cutugno” di Torino, un detenuto si è impossessato di un estintore mentre veniva accompagnato in cella e si è scagliato contro tre agenti di polizia penitenziaria, ferendoli.
Lo denuncia Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria:
“Ieri nella Casa circondariale di Torino, intorno alle ore 17.35, un detenuto di origine colombiana, ubicato presso il padiglione detentivo A, ha aggredito proditoriamente 3 agenti di polizia penitenziaria per futili motivi – ha aggiunto il sindacalista – Il ristretto, dopo una visita effettuata con il medico, mentre veniva accompagnato nella propria cella si è impossessato di un estintore. I poliziotti riuscivano a contenere il ristretto, ma riportavano contusioni guaribili in 7 giorni – ha concluso – La carenza di organico nel carcere torinese non è più tollerabile, soprattutto se si tiene conto che la casa circondariale è un istituto di primo livello impegnato in modo costante nella gestione di detenuti problematici e psichiatrici”.
“Cambiano governi, Ministri della Giustizia e Capi del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ma non cambia l’indifferenza verso le violenze che quotidianamente subisce la polizia penitenziaria – Donato Capece, segretario generale del Sappe – aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, cosi come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine degli giorno. Ma sembra che a nessuno frega nulla”. “Importante e urgente – prosegue – è invece prevedere un nuovo modello custodiale. E’ infatti grave che la recrudescenza degli eventi critici in carcere si è concretizzata proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria”.