Blitz della Guardia di Finanza di Torino, 13 persone nei guai per una frode all'IVA da 100 milioni di euro
Commercializzavano e lavoravano materie plastiche e prodotti chimici per l’industria violando sistematicamente gli obblighi di versamento dell'IVA

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino stanno eseguendo, dalle prime ore di questa mattina, 25 marzo 2025, un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Nola su richiesta della Procura Europea - Ufficio di Torino, con cui sono state disposte 13 misure cautelari personali nei confronti degli appartenenti a un sodalizio criminale radicato in Campania e con ramificazioni in Italia e all’estero, ritenuto responsabile di una frode all’IVA che ha causato un enorme danno per il bilancio dell’Unione Europea e dello Stato italiano.
Il provvedimento è il risultato di complesse indagini condotte dagli specialisti del Nucleo di polizia economico-finanziaria torinese, con il ricorso di intercettazioni, osservazioni e pedinamenti nonché di analisi attraverso le banche dati. Queste investigazioni hanno permesso di far emergere un complesso sistema evasivo nel settore della commercializzazione e della lavorazione delle materie plastiche e dei prodotti chimici per l’industria.
Evasione dell’IVA per circa 100 milioni
I polìmeri, provenienti da importanti società intermediarie con sedi in diversi Paesi europei, venivano introdotti in Italia attraverso una filiera commerciale in cui erano fittiziamente interposte numerose società "cartiere", collocate in varie regioni, che hanno sistematicamente violato gli obblighi di dichiarazione e versamento dell’IVA dovuta.
Le "cartiere", a loro volta, rivendevano la merce, sottocosto, ad altre società di comodo in Italia (cosiddette "filtro"), formalmente amministrate da prestanome, prive di qualsivoglia struttura operativa e di personale alle dipendenze e totalmente inadempienti verso l’Erario. Ciò con l’obiettivo di interporre - sempre e solo dal punto di vista cartolare - ulteriori soggetti economici nella filiera, in modo da aumentare gli illeciti profitti, rendere più difficile la ricostruzione del meccanismo fraudolento e, soprattutto, impedire l’identificazione degli effettivi responsabili e dei beneficiari finali.
Grazie alla sistematica evasione dell’IVA è stato possibile per gli indagati immettere sul mercato prodotti a prezzi sensibilmente inferiori rispetto a quelli di riferimento, con conseguente distorsione della libera concorrenza. Parallelamente al percorso "cartolare" dei beni si è sviluppato quello "reale", che andava dagli effettivi grossisti (collocati in altri Paesi U.E.) agli acquirenti finali, società italiane regolarmente operanti, site principalmente in Piemonte, Lombardia e Toscana, che utilizzano i polìmeri nei loro ordinari processi industriali.
In un arco temporale che va dal 2018 al 2023, il reticolo di società artatamente interposte ha complessivamente emesso e utilizzato fatture per operazioni inesistenti per un ammontare di 500 milioni di euro, determinando un’evasione dell’IVA di circa 100 milioni.
I reati contestati
I reati contestati, allo stato, sono quelli di associazione a delinquere finalizzata alla frode IVA, all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, alle omesse dichiarazioni, agli omessi versamenti d’imposta nonché alle indebite compensazioni, e hanno comportato l’iscrizione, a vario titolo, nel registro degli indagati di 52 persone. Sulla scorta del compendio indiziario ricostruito, il G.I.P. al Tribunale di Nola, competente in ragione della collocazione territoriale dei vertici dell’organizzazione, ha emesso il provvedimento oggetto dell'esecuzione di oggi, applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 13 soggetti (6 destinatari della custodia in carcere e 7 degli arresti domiciliari).
Con lo stesso provvedimento è stato disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, di disponibilità finanziarie e di altri beni nei confronti di 15 persone fisiche e 13 imprese, fino a concorrenza dei 100 milioni di euro costituenti il profitto complessivo degli illeciti contestati.