Barista spacciatore costruisce la sua "fortuna" con chat segrete che si autocancellano
Trentaduenne italiano arrestato dalla Polizia per detenzione di stupefacente, aveva coinvolto anche il fratello per evitare problemi con il fisco.
Lo scorso settembre un cittadino italiano proprietario di un bar a Torino era stato arrestato dai poliziotti del Commissariato San Secondo per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. La cocaina era nascosta all’interno del cocktail bar da lui gestito in corso San Maurizio e presso la sua abitazione.
Barista spacciatore in manette
Lo stupefacente, già suddiviso in dosi, era stato trovato nella cucina del bar, sia all’interno di un fornetto elettrico che sotto il lavello. Complessivamente, erano stati sequestrati 166 grammi di cocaina, 1350 euro, un bilancino di precisione, diversa sostanza da taglio, una mazza da baseball, uno sfollagente telescopico in metallo e un tirapugni. Altri 50 grammi della stessa fattispecie erano nascosti nella cassaforte di casa.
Droga e strumenti "del mestiere"
Nello stesso bar lavoravano due fratelli. Uno di questi, un 32enne italiano, è stato arrestato lo scorso lunedì per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio dopo alcune indagini svolte sempre dagli investigatori dal Commissariato San Secondo. Lo hanno rintracciato presso l’abitazione della convivente, dove sono stati rinvenuti oltre 23 grammi di cocaina pura in pietra, più di 73 grammi di hashish e della marijuana, oltre ad un bilancino di precisione e 290 euro in contanti. Inoltre, EVAN, cane poliziotto, ha fiutato sempre all’interno della camera da letto una busta da lettere contenente 1000 euro in banconote da 50.
Coinvolto anche il fratello
Il trentaduenne ha negato di aver in uso altre abitazioni ma gli agenti, non convinti, hanno proseguito la perquisizione e trovano un atto notarile relativo ad un piccolo alloggio sito in via Coppino, intestato a suo fratello. Sono state trovate anche delle chiavi, il giovane però era reticente, non collaborava con gli investigatori. Questi, comunque, hanno intuito che quelle chiavi avrebbero aperto l’alloggio del quartiere Madonna di Campagna. Ed è proprio così: il giovane aveva chiesto al fratello, incensurato, di intestarselo, per evitare dei problemi avendo a proprio carico degli insoluti col fisco. Di fatto l’abitazione, parzialmente arredata, è nella piena disponibilità dell’arrestato.
Chat segrete
Nell’alloggio, sotto il lavello della cucina, gli operatori rinvengono altri 51 grammi e mezzo di cocaina pura in pietra, una lametta con tracce di stupefacente e diversi ritagli in cellophane utilizzati per confezionare le dosi. Ciò che ha sorpreso maggiormente gli agenti è l’astuzia con la quale il 32enne ha svolto l’illecita attività di spaccio. L’uomo ha utilizzato un app di messaggistica segreta che consente di autodistruggere i messaggi in pochi secondi così da eliminare ogni traccia delle conversazioni. Alcuni messaggi, vuoi per errore o guasto tecnico, non si sono però autodistrutti e pertanto sono stati visionati dai poliziotti sul dispositivo.