Baricco lascia l'ospedale dopo il trapianto di staminali: "A casa, finalmente. Grande gioia"
"È andato proprio tutto liscio, col trapianto, e so che se questo è successo è anche per l’ondata di affetto e energia che tante persone mi hanno mandato, spesso da lontano".
Alessandro Baricco ha lasciato l'ospedale dopo il trapianto di staminali e torna a casa: l'annuncio su Facebook dello scrittore Torinese.
Baricco lascia l'ospedale dopo il trapianto di staminali
A circa tre settimane dal trapianto di cellule staminali, Alessandro Baricco è uscito dall'ospedale ed è tornato a casa. Lo scrittore torinese ha così lasciato l'Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo, in provincia di Torino, dove era ricoverato. L'intervento, come comunica lo stesso Baricco su Facebook è tecnicamente riuscito, come ottimo è stato il decorso post operatorio.
A casa, finalmente. Grande gioia. Devo ringraziare lo staff medico e paramedico dell’Istituto di Candiolo: da loro ho solo ricevuto cura, attenzione e gentilezza. È andato proprio tutto liscio, col trapianto, e so che se questo è successo è anche per l’ondata di affetto e energia che tante persone mi hanno mandato, spesso da lontano. A loro va tutta la mia gratitudine, la più sincera. Ora si tratta di andare avanti a ricostruire, con pazienza e disciplina, sperando di vedere arrivare presto l’ora dei festeggiamenti. Nel caso, intendo farli durare per anni.
La malattia
Baricco aveva annunciato la malattia, una leucemia mielomonocitica cronica, sempre attraverso la sua pagina Facebook lo scorso 22 gennaio spiegando che a donargli le cellule staminali per il trapianto sarebbe stata la sorella Enrica:
Ehm, c’è una notizia da dare e questa volta la devo proprio dare io, personalmente. Non è un granché, vi avverto. Quel che è successo è che cinque mesi fa mi hanno diagnosticato una leucemia mielomonocitica cronica. Ci sono rimasto male, ma nemmeno poi tanto, dai.
Quando hai una malattia del genere la cosa migliore che puoi fare è sottoporti a un trapianto di cellule staminali del sangue, cosa che farò tra un paio di giorni (be’, non è così semplice, ci stiamo lavorando da mesi, è un lavoro di pazienza) - continua.
A donarmi le cellule staminali sarà mia sorella Enrica, donna che ai miei occhi era già piuttosto speciale prima di questa avventura, figuriamoci adesso. Molto altro non mi verrebbe da aggiungere. Forse, ecco, mi va ancora di dire che percepisco ogni momento la fortuna di vivere tutto questo con tanti amici veri intorno, dei figli in gamba, una compagna di vita irresistibile, e il miglior Toro dai tempi dello Scudetto. Sono cose, le prime tre, che ti cambiano la vita. La quarta certo non te la guasta. Insomma, la vedo bene.