Assolti gli ultrà ambientalisti: la manifestazione era non violenta
Chiesto il "non luogo a procedere" per otto attivisti dell'associazione Extinction Rebellion: la loro disobbedienza era civile.
Manifestazione non violenta, assolti gli otto ultrà ambientalisti dell'assiciazione Extinction Rebellion Torino che erano stati denunciati dalla Questura per aver acceso fumogeni e non essere scesi dai monumenti su cui si erano arrampicati per protesta. Il Tribunale ha deciso che non si tratta di reati penali, ma semmai solo di comportamenti punibili con sanzioni amministrative: multe, dunque, come sempre più accade quando si identificano questi pacifici "disobbedienti". Ma cos'era successo? Un passo indietro può essere utile.
Il 18 settembre 2020, dopo aver tentato di entrare in contatto con i direttori dei principali quotidiani cartacei (Repubblica, La Stampa, Corriere) otto attivisti si erano incatenati in cima alle colonne del Palazzo Reale, accendendo fumogeni. Un’azione progettata per essere visibili e per mostrare la gravità della crisi attraverso la disponibilità al sacrificio personale, senza tuttavia causare danni né mettere a repentaglio la sicurezza. L’obiettivo della giornata era quello di riportare l’attenzione sulla necessità che giornali e televisioni pongano la crisi climatica ed ecologica in cima alle notizie.
Nelle settimane successive, la Questura di Torino aveva formalizzato otto denunce con l’accusa di “accensioni ed esplosioni pericolose” (art. 703 del Codice penale), per aver acceso un fumogeno e “inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità” (art. 650 del Codice penale), per non essere scesi dalle colonne quando ordinato dalla Polizia.
A Roma, a distanza di qualche settimana, sono invece arrivate decine di multe per “mancato rispetto del distanziamento sociale” alle persone identificate durante due giorni di proteste contro l'Eni. Nessuna denuncia, ma una valanga di multe per un totale di 13.000 euro. Una strategia sempre più spesso utilizzata nei confronti dei manifestanti identificati: la denuncia di centinaia di persone che si battono per il clima farebbe notizia, le multe hanno invece meno appeal mediatico e tocca pagarle.
Adesso, e siamo a luglio 2021, è finalmente arrivata la decisione del magistrato Elisa Pazé di non proseguire con il processo penale agli attivisti di Extinction Rebellion per le azioni di protesta di Torino. Emblematiche le motivazioni che hanno spinto a procedere con l’archiviazione: «L’intimazione di scendere dalla cancellata, pur legittima, non pare possedere i requisiti di cui all’art. 650 Cp, non essendo il gesto degli indagati tale da mettere in pericolo né l’ordine pubblico, né la sicurezza". Inoltre, riguardo l’accensione dei fumogeni, il documento continua: "Non integra la contravvenzione di accensioni ed esplosioni pericolose l’avere acceso un unico fumogeno, che non ha comportato rischi e non è stato lanciato contro le persone presenti".
Premiata quindi la vocazione non violenta di questi manifestanti ultrà ambientalisti assolti, ben decisi nelle loro rivendicazioni ma che non trascendono la civile protesta.