Artigiano condannato a 2 anni e 6 mesi per il crollo della palazzina di strada Bramafame che costò la vita al piccolo Aron
L'uomo, che in strada del Bramafame veniva chiamato spesso per dei lavoretti, aveva maneggiato l’impianto con serbatoio centrale Gpl
Il 24 agosto del 2021, in una palazzina di strada Bramafama alla periferia di Torino, si verificò una forte esplosione dovuta a una fuga di gas. Lo scoppio causò la morte di un bimbo di quattro anni, Aron Tila, trasferitosi in quell'appartamento con la sua mamma (anche lei ferita nell'esplosione) da pochissimo tempo. Altre persone rimasero ferite.
Una famiglia distrutta
Aron Tila era nato il 6 maggio del 2017 in Albania. La sua famiglia, composta da papà Genci e mamma e Nertila, oltre a due fratelli più grandi di 11 e 15 anni, da Carinola nel Casertano, era arrivata a Torino, da appena 24 ore.
L’edificio di Strada Bramafame era diviso in 5 alloggi, più un ufficio inutilizzato al piano terra. La famiglia Tila si era sistemata nella mansardina al secondo piano, Un appartamento di meno di 30 metri quadrati, troppo piccolo per cinque persone. E così papà Genci, 40enne, con i due figli più grandi di 11 e 15 anni cercarono un’altra sistemazione mentre mamma Nertila, 34enne, rimase nell’appartamento insieme al piccolo.
Una decisione che si rivelò fatale. Il crollo del tetto, dopo l'esplosione di martedì mattina non lasciò scampo ad Aron, che morì sul colpo, schiacciato dalle macerie. La madre fu ritrovata dai Vigili del Fuoco dopo un’ora di ricerche e portata, ferita, al Cto.
Gli altri feriti
Nel crollo rimase gravemente ferito anche un 23enne, che riportò una frattura del bacino. Mentre un geometra romeno di 22 anni residente al secondo piano fu investito da una fiammata mentre si trovava sulle scale e riportò ustioni sul 50% del corpo.
Condannato un vetraio
A distanza di due anni il Tribunale di Torino ha condannato un artigiano, Ernesto Pennesi, 69 anni, a due anni e sei mesi di reclusione.
Pennesi è accusato di omicidio colposo, disastro colposo e esercizio abusivo della professione. Secondo il pubblico ministero Giorgio Nicola, l’uomo, che in strada del Bramafame veniva chiamato spesso per dei lavoretti, aveva maneggiato l’impianto con serbatoio centrale Gpl. Senza seguire la procedura di sicurezza e senza chiudere accuratamente i tubi con dei tappi. Così quando Bukurosh Snalla aprì inavvertitamente la valvola del secondo piano fece espandere il gas nell’alloggio. L'accensione di una sigaretta o forse l'interruttore della luce avrebbero poi fatto il resto.
Agli inquilini verranno liquidate delle somme a titolo di provvisionale. C'è chi nell'esplosione ha perso i ricordi di una vita.
Nulla che possa alleviare il dolore dei genitori di Aron, arrivati a Torino con la speranza di un futuro migliore da offire ai loro figli.