Appello pro-clochard, è bufera sui social
La vicenda si inserisce nel solco delle recenti dichiarazioni della sindaca Appendino e del capo dei vigili.
Un appello su Facebook per aiutare i clochard ha scatenato una bufera di commenti e discussioni social. Il post, pacifico e condivisibile, è di Alessandro Bello ed invitava gli internauti a regalare un libro ai senzatetto, così che possano trascorrere le tante ore all'aperto leggendo e distraendosi un po'.
L'appello per aiutare e donare i libri
Ecco il testo integrale:
"Se siete a #Torino e bazzicate il centro in questi giorni, portate un libro (uno qualsiasi) a un senzatetto che staziona all'angolo tra via Roma e Piazza Cln (lato sinistro, se arrivate da Porta Nuova). Lui si chiama Casimiro (il nome è italianizzato, lui è bulgaro), non ha gusti letterari particolari, porta gli occhiali da vista e ha barba e capelli brizzolati e corti. Per noi è poco, per lui è tanto. Soprattutto se consideriamo che i vigili gli hanno portato via buona parte delle cose che aveva".
Il senzatetto in questione, fra l'altro, è anche laureato e parla correntemente cinque lingue.
Una proposta di solidarietà che si innesca a pochi giorni dalla furiosa polemica sulle dichiarazioni del comandante dei Vigili di Torino: il capo dei "cìvich" aveva chiesto di non fare elemosina per non aiutare così i mendicanti. Anche la sindaca Chiara Appendino ha condiviso questa opinione. Insomma, l'appello social sui clochard ha scatenato una bufera.
Vivaci repliche e duri botta & risposta
La questione è delicata: vietare l'elemosina ai mendicanti è un atto accettabile? Disincentivare l'aiuto ai poveri è eticamente giusto? Ciascuno ha la propria opinione, ma sul post di Fb il dibattito si è subito infiammato. Ecco una carrellata non esaustiva. Comincia Luisa E.: "I bar e i commercianti cambiano le loro monetine in banconote, e vedono quanti soldi si fanno con la questua in centro". Rossana V.: "Domani gli porto qualcosa da leggere e una coperta". Paolo P.: "Colgo l'occasione per dire che tempo fa avevo proposto un progetto a Torino solidale che hanno letto e non degnato di risposta. Si trattava di creare un laboratorio carni (sono macellaio) per poter aiutare chi è più in difficoltà". Alessandra V.: "Un giorno c'erano i vigili e un furgoncino Amiat pronto a buttare tutto. Io dovevo correre a fare una visita ma c'erano diverse persone che protestavano e chiedevano di aspettare. Ripassando non c'era più nulla". Rita M.: "Quindi ci state dicendo che erigere una capanna di una ventina di mq in piazza, adattandola ad abitazione, è diventato lecito?". Daniele B.: "Come sempre fanno i duri con i deboli e i molli con i forti. A San Salvario non vanno dagli spacciatori? O a Porta Palazzo dagli abusivi?". Franco M.: "Egregia ... esiste una parola che si chiama umanità, evidentemente estranea al suo vocabolario".