CRONACA

Ancora violenza in carcere a Torino, agenti penitenziari aggrediti finiscono in ospedale

Gli agenti aggrediti stati sono accompagnati al pronto Soccorso dell'Ospedale Maria Vittoria, hanno riportato dai 6 ai 7 giorni di prognosi per ciascuno.

Ancora violenza in carcere a Torino, agenti penitenziari aggrediti finiscono in ospedale
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Di: Ottavio Currà

Non c'è pace nelle carceri di Torino. Nel tardo pomeriggio di ieri, 1 settembre 2021, un detenuto ha aggredito un altro detenuto addetto al vitto per una razione di cibo.

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Ancora violenza in carcere a Torino

Subito dopo, alcuni agenti della polizia penitenziaria, sono dovuti intervenire per evitare il peggio. Peccato che anche loro sono finiti nel mirino del prigioniero violento, ricevendo alcuni colpi che li hanno poi costretti a recarsi al pronto soccorso dell’ospedale Maria Vittoria. Dopo le opportune cure, agli agenti è stata data una prognosi di 7 giorni.

La denuncia dell'Osapp

A denunciare quanto accaduto è stato il segretario Generale dell'Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), Leo Beneduci che dichiara:

"Si tratta solo dell’ultimo episodio, in ordine di tempo, ai danni del personale di Polizia penitenziaria che, oramai, subisce l’ira non giustificata dei detenuti per qualsivoglia condizione abbia a verificarsi in carcere. L’episodio, non isolato, si connota di ancor più di gravità in ragione delle tensioni ingenerate, che vanno crescendo di giorno in giorno e anche per l’esempio nefasto che tali eventi, spesso esenti da conseguenze per i responsabili, forniscono alla restante popolazione detenuta.

Fermo restando, inoltre, l’ulteriore danno riguardante l’assenza dal servizio di decine e decine di Poliziotti per le cure conseguenti alle aggressioni, in situazioni di forte carenza di organico anche a Torino e di cui nessuno chiede conto ai responsabili neanche dal punto di vista erariale. Né d’altra parte, si ritiene di poter sottacere i risultati conseguenti alla concentrazione in strutture quali quella torinese di detenuti con seri problemi psichiatrici e che dovrebbero allocarsi altrove e non assieme ai ristretti per motivi ordinari”.

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