Ambientalisti d'assalto: blitz contro le banche Intesa e Unicredit
Gli attivisti di "Extinction Rebellion Torino" sono tornati in azione con una protesta civile per contestare i finanziamenti pro-petrolio degli istituti di credito.
Spettacolare e per certi versi notevole manifestazione degli ambientalisti d'assalto contro le banche. In un impeto ecologista che non si limita al solito bla-bla da salotto, gli attivisti torinesi dell'associazione Extinction Rebellion hanno messo in scena una protesta suggestiva nei confronti di due istituti di credito (Unicredit e Intesa Sanpaolo) colpevoli a loro dire di finanziare affari "sporchi" dal punto di vista ambientale.
Manifesti, polpi e petrolio
A partire dalle prime luci dell’alba, Torino è stata protagonista di diverse clamorose azioni portate avanti dagli attivisti. Davanti le entrate di alcune filiali di Intesa Sanpaolo e Unicredit, sono comparsi adesivi, manifesti e scritte effettuate con stencil e gesso che recitano “Questa banca usa i tuoi soldi per finanziare il collasso climatico”. Allo stesso tempo, alcuni attivisti travestiti in maniera rudimentale da polpi hanno effettuato una performance con del petrolio lavabile (che però sembra in realtà ben altro...) nella filiale Intesa Sanpaolo per contestare lo sfruttamento dei giacimenti di greggio e il conseguente inquinamento atmosferico causato dalle auto. Punto focale della giornata di mobilitazione il presidio davanti al grattacielo Sanpaolo dove, a partire dalle 10 di questa mattina, sono in corso diverse azioni dimostrative. In accordo con il tema del pesce d’aprile, davanti all’ingresso del grattacielo è stata installata una grande lisca di pesce.
I soldi non si mangiano
Il messaggio dell’installazione è stato integrato dalla performance di apertura: un banchetto i cui ospiti d’onore sono attivisti travestiti da banchieri a cui vengono servite lussuose portate a base di denaro. La morale della performance è ben espressa dalla frase che campeggia sullo sfondo del banchetto: “Quando l’ultimo albero sarà abbattuto, l’ultimo pesce mangiato e l’ultimo fiume avvelenato, ci renderemo conto che non possiamo mangiare denaro”. Gli attivisti hanno anche creato delle grosse installazioni posizionando enormi cartelloni segnaletici tra i semafori che circondano il grattacielo. Il tutto sotto l'occhio vigile della Polizia in assetto anti-sommossa, evidente deterrente, anche se lo svolgersi della protesta sembrava improntato alla contestazione pacifica. Prevista anche la famigerata "cacerolazo" ovvero una forma di manifestazione non violenta e fastidiosa in cui il dissenso viene espresso attraverso il rumore di oggetti come pentole, mestoli e padelle.
Perché proprio il 1* aprile
E' la data scelta a livello internazionale dal movimento Extinction Rebellion per denunciare le responsabilità del settore finanziario nella crisi climatica ed ecologica, a causa dei continui e massicci investimenti nell’estrazione dei combustibili fossili. Lo scorso anno, a Torino, attivisti di Extinction Rebellion erano già stato protagonisti di una serie di azioni nei confronti di Intesa Sanpaolo, per denunciare la totale insufficienza della policy per l’uscita
dal carbone che la banca ha approvato a maggio 2020. Così gli attivisti:
"A distanza di un anno, Intesa Sanpaolo risulta ancora essere la banca italiana, insieme a Unicredit, che più ha finanziato le multinazionali del fossile negli ultimi anni. Dagli Accordi di Parigi a oggi, infatti, Intesa ha investito 13,7 miliardi in petrolio, carbone e gas naturale, continuando finanziare colossi del fossile come Eni, Exxon, Gazprom. L’umanità è di fronte ad un bivio: le emissioni globali di Co2 devono essere più che dimezzate entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010, e ridotte a zero entro il 2050, per mitigare le catastrofi a cui la popolazione mondiale sta andando incontro. (...) Il coraggio che non avremo oggi saranno le tragedie di domani".
Ha destato scalpore dunque questa suggestiva manifestazione degli ambientalisti d'assalto contro le banche.