Alex Pompa: "Quando mio padre sentiva parlare di femminicidi, diceva se l'è meritata"
Alex poteva fare la fine di Jessica, invece ha reagito salvandosi. Per la giustizia però il suo diritto alla vita non è per nulla scontato
Quando Alex ha preso il coltello non aveva scelta, un attimo di esitazione e sarebbe morto, poi sarebbe toccato a sua madre, infine al fratello.
E' un "film mentale" che Alex conosce alla perfezione e che purtroppo ha rivissuto nell'orribile tragedia che pochi giorni fa ha coinvolto una famiglia di Foggia con le stesse dinamiche: quella di Jessica. La differenza è che lui è vivo. Jessica, invece facendo da scudo alla mamma, è morta per le coltellate inferte dal padre, senza pietà. Quello stesso padre che poi ha cercato il suo fratellino di 5 anni per finire la mattanza. Per fortuna, il piccolo si era nascosto e presto potrà riabbracciare la sua mamma al momento ricoverata in ospedale.
L'orrore della tragedia di Foggia riapre una ferita, mai cicatrizzata, nonostante tutti i tentativi di Alex di vivere come un ragazzo normale, con una vita davanti e un Erasmus da vivere nel presente. Un ventenne che dovrebbe finalmente smettere di guardarsi indietro e pensare solo al proprio futuro.
La paura e l'angoscia nella vita di Alex
E' il 30 aprile 2020 quando Alex prende a coltellate il padre Giuseppe Pompa. Il giovane viveva da sempre in uno stato di perenne ansia e preoccupazione per via dei comportamenti violenti da parte del genitore.
Il ventenne racconta a La Stampa di momenti di puro terrore, di una quotidianità deprivata di ogni piacere, in cui una cena con la fidanzata a casa poteva scatenare una crisi di gelosia per quel piatto in più nel lavandino, un piatto che per il padre avrebbe potuto essere l'indizio della presenza di un altro uomo nella vita della madre.
Alex ripercorre con la memoria scene di vita vissuta, una routine casalinga dove qualsiasi cosa poteva scatenare la furia del padre, anche un programma alla tv. Se sullo schermo si parlava di femminicidio, infatti, il commento non tardava ad arrivare freddo come una lama:"Se l'era meritata", impossibile non pensare che i prossimi in televisione avrebbero potuto essere proprio loro.
Le violenze verbali e fisiche erano all'ordine del giorno. Così, un semplice "No" detto al padre anche se per motivi futili poteva scatenare botte e ripicche.
E così, ogni abbraccio con la mamma veniva vissuto dai fratelli con la disperata sensazione che potesse essere l'ultimo.
Il futuro in sospeso di Alex
Ad impedire ad Alex di vivere la sua normale vita di ragazzo non sono però solo questi angoscianti ricordi con un padre padrone orrendamente violento. A bloccare Alex in un limbo crudele è anche la giustizia, infatti la sentenza che aveva riconosciuto la legittima difesa e lo aveva assolto ora è in sospeso.
Jessica che non c'è più e Alex, in Erasmus in Spagna, ma che rischia 14 anni di carcere per omicidio. Una vita spezzata e un sopravvissuto per il quale il diritto a vivere non è per nulla scontato.