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Alex Cotoia non uccise da solo il padre Giuseppe Pompa: per la Procura fu aiutato dal fratello Loris

Nella prossima udienza del 16 dicembre la difesa potrà replicare alle nuove accuse

Alex Cotoia non uccise da solo il padre Giuseppe Pompa: per la Procura fu aiutato dal fratello Loris
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Alex Cotoia (un tempo Pompa) non agì da solo quando uccise il padre a coltellate, nella loro abitazione di via Edmondo De Amicis 47 a Collegno, ma fu aiutato dal fratello Loris.

Il processo d'appello

Al tribunale di Torino ieri, lunedì 2 dicembre 2024, si è svolto il processo d’appello bis per l’omicidio di Giuseppe Pompa. Per la sua morte, Alex è già stato prima assolto (in primo grado), poi condannato a sei anni, due mesi e 20 giorni di carcere (secondo grado). Infine, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado, ordinando un nuovo processo d'appello.

Ieri in aula il procuratore generale Giancarlo Avenati Bassi ha ripercorso tutta la vicenda proiettando immagini della scena del crimine ed evidenziando le incongruenze di quanto raccontato da Alex in tutti questi anni.

L'intento, quello di dimostrare che non ci fu nessuna colluttazione a conferma di ciò i soprammobili della casa perfettamente posizionati. Alex poi non aveva ferite da difesa, che dimostrerebbe che il padre non era armato.

"Come spieghiamo il fatto di andare sei volte in cucina a prendere i coltelli mentre il padre stava lì ad aspettare? Giuseppe Pompa che cosa avrebbe fatto tutto il tempo davanti alla porta? C'era qualcuno che lo teneva fermo".

ha poi concluso nella sua requisitoria Avenati Bassi.

Il delitto

Il giorno dell’omicidio, il 30 aprile 2020, Giuseppe Pompa aveva spiato la moglie al lavoro e si era infuriato perché un collega le aveva appoggiato una mano sulla spalla.

"Dopo averla chiamata 101 volte al telefono, non appena mia madre era rientrata a casa, lui l’aveva aggredita, sembrava indemoniato"

hanno sempre raccontato Alex e Loris.

"Pensavamo che ci avrebbe ammazzati tutti".

La madre di Alex Pompa durante la lettura della sentenza, Torino, 04 maggio 2023.
ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Alex, ai giudici e ai carabinieri, ha sempre ribadito di aver agito per difendere la madre. Spiegando come avrebbe anticipato la mossa del padre che stava andando in cucina per prendere un coltello. Tesi sostenuta anche dal fratello Loris e dalla signora Cotoia.

I due fratelli, di quel genitore violento, non vogliono più saperne. Alex ha deciso di cambiare cognome, così come il fratello Loris.

Pochi mesi dopo l’assassinio, il giovane ha sostenuto l'esame di maturità all'istituto alberghiero Prever di Pinerolo pur trovandosi ai domiciliari.

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