Addio dolce Miki, muore dopo 8 anni di coma irreversibile
Michela Dal Bello è stata uccisa dalle conseguenze di un incidente stradale avvenuto quando aveva 17 anni.
Miki, occhi di cerbiatto, martedì 18 gennaio 2022 ha aperto le sue ali ed è volata via. Toccanti le parole con cui i genitori hanno voluto salutare la loro Michela: «La breve vita, la lunga sofferenza e il ricordo di chi ti ha voluto bene. Cantavi di Ligabue: Piccola Stella senza cielo. Adesso lo hai raggiunto il Cielo, ora sei una stella».
Addio dolce Miki, muore dopo 8 anni di coma irreversibile
Michela Dal Bello, 36 anni, si è spenta martedì a Santena. Mamma Angelina, papà Franco e la sorella Elisa con il marito Stefano, la nipote Agnese, la madrina Marisa, il padrino Franco, la nonna Liliana hanno annunciato così la sua morte: «Michela ha vinto la sua battaglia dopo più di 8 anni di inutili sofferenze ha potuto lasciare il suo letto-bara e volare via libera».
Michela, detta Miki era vita. La sua essenza è tutta nella foto che la ritrae con il suo cagnolino Lifti, che adorava e che aveva chiamato così per via del suo cantante preferito Ligabue. Miki non c’era più già da 8 anni, come spesso ripeteva il suo papà.
In tanti venerdì 21 hanno voluto stringersi attorno alla famiglia nella parrocchia di Aramengo d’Asti per accompagnare questa stupenda ragazza nel suo ultimo viaggio.
La storia di occhi di cerbiatto
Michela aveva avuto un incidente d’auto quando aveva 17 anni, aveva battuto la testa ed era andata una prima volta in coma. Ecco il commovente ricordo del padre che pubblica Prima Chivasso:
«Quando il destino, la sfortuna, o non so cosa si accaniscono contro una persona, la domanda è: perché? Trovate voi la risposta se ci riuscite.
Michela mentre viaggia su un'automobile con altri amici, 11 anni fa, vede fermarsi la sua vita, a soli 17 anni, in un fosso. Venti giorni di coma, 3 mesi di terapia intensiva e un anno e mezzo di terapie riabilitative. Un lungo calvario.
Finisce l'incubo e la vita torna a sorriderle. Miki riprende la scuola, ritrova gli amici, le feste, il divertimento. Arriva anche il lavoro, commessa in un negozio alimentare. Poi il negozio chiude, ma lei non si perde d'animo. Individua un bel locale in via Po al civico 4 a Chivasso e con i suoi risparmi e i nostri di una vita lo allestisce con tutto il suo gusto. Lo inaugura a marzo del 2013.
A fine primavera noto in Miki una difficoltà di respirazione. Ricomincia l'odissea. Una prima visita e poi gli esami. Duro il verdetto. La cicatrice della tracheotomia fatta 11 anni prima, all'epoca dell'incidente, si è ingrossata e le occlude il 70% del passaggio dell'aria. Ci consigliano di andare da un chirurgo, per valutare l'intervento. E così Michela, la prima settimana di ottobre, chiude il negozio. Diceva: "Solo per dieci giorni".
Il 7 la ricoverano e il 10 ottobre l'operazione. Quattro ore sotto i ferri, una giornata in terapia intensiva e poi in camera per la degenza. Tutto bene: i suoi occhi da cerbiatto splendono della luce dei suoi 27 anni. Dopo un giorno, però, sopraggiunge la febbre. Il collo si gonfia, è pieno di pus. Infezione. Il 14 ottobre decidono di operarla d'urgenza, segue la rianimazione.
Ma l'infezione galoppa, continua a rovinarle i tessuti. Di schianto cede la parete della carotide. Viene salvata da un'equipe medica. Defibrillatore, occhi che si inseguono sotto le mascherine, una nuova operazione, la terza in sette giorni. Trasfusioni... Risultato? Coma, di nuovo dopo 10 anni. Ma questa volta è più grave.
La diagnosi ora è coma post anossico. Senza possibilità di futuro...».
Che il suo esempio sia di aiuto a quei genitori costretti a vivere nel dolore di un figlio sospeso fra la vita e la morte. Da anni perciò Franco Dal Bello si batte per il testamento biologico affinché quello che è capitato alla sua Miki non si ripeta più.