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Accendono un mutuo per comprare casa e ristrutturarla, ma l'impresa non fa i lavori: la disperazione di decine di famiglie

Qualcuno è tornato a vivere a casa dei genitori, altri sono rimasti in soluzioni abitative inadeguate, tutti si sono dovuti accontentare di un piano B

Accendono un mutuo per comprare casa e ristrutturarla, ma l'impresa non fa i lavori: la disperazione di decine di famiglie
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Hanno comprato casa e acceso un mutuo per pagarla e per finanziarne anche il restyling, rivolgendosi alla stessa impresa specializzata in ristrutturazioni.

Ma la loro casa a distanza di anni è ancora lì com'era: i lavori non sono mai partiti o se sono stati avviati sono rimasti a metà, le rate del mutuo invece sì, e tutti loro, parliamo di decine e decine di famiglie, ad oggi sono senza casa.

Famiglie che, come vi racconteremo, si sono dovute arrangiare con soluzioni di fortuna (facendosi ospitare per lo più da amici e parenti).

Per questo lo stupore è stato grande quando hanno scoperto che l'impresa alla quale si erano rivolti invece, nel frattempo, aveva aperto un nuovo punto vendita: così lunedì 22 ottobre 2023, tutti insieme sono andati al negozio in occasione dell'inaugurazione, per chiedere spiegazioni.

A distanza di ulteriori mesi lo showroom Per fare casa di Corso Lecce 52 a Torino è rimasto operativo fino al 19 dicembre 2023 raccogliendo ancora acconti in denaro per fare degli interventi di ristrutturazione che, però, non sono mai stati avviati, anche perché i titolari nel frattempo sono scomparsi.

Mutuo per ristrutturare casa, ma l'impresa non fa i lavori

A raccontarci questa assurda storia è Alessandro Rillo che nel frattempo è diventato portavoce delle famiglie truffate. Alessandro paga il mutuo per una casa al momento "distrutta". Nel 2023 esausto per la situazione che si protraeva da lunghi mesi decide di reagire e in un paio di giorni - racconta a Prima Torino - grazie al passaparola, riesce a trovare i nomi di chi ha avuto a che fare con la stessa impresa che si occupa di complementi d'arredo per il bagno, pavimentazioni e serramenti, proponendo anche consulenze per ristrutturazioni.

La rabbia dei clienti

Qualcuno è tornato a vivere a casa dei genitori, altri sono rimasti in soluzioni abitative inadeguate, tutti si sono dovuti accontentare di un piano B, congelando progetti e sogni, molti ci hanno perso sonno e salute mentale.

In primis Alessandro, che decide che non può più aspettare e deve far sentire la sua voce. Anzi è determinato a dar voce al disagio di tutti.

Da qui l'idea di organizzare un sit-in all'inaugurazione del nuovo punto vendita dell'impresa, nel pomeriggio del 22 ottobre 2023, in corso Lecce con chi ha risposto all'appello di Alessandro.

Com'era finita ad ottobre

Dopo il sit-in di ottobre, Alessandro esce dal negozio con una piccola vittoria in tasca (per se stesso e per chi ha la casa completamente sventrata): lui ed altri possono recuperare i materiali nel magazzino dell'impresa caricandoli sui propri mezzi. La storia sembra volgersi nei migliori dei modi, ma ecco l'amaro epilogo: da ottobre a dicembre, prima delle vacanze natalizie, ci sarebbero stati nuovi raggiri.

Da allora non manca un giorno che qualcuno non affigga cartelli sulle vetrine del negozio per avvisare la potenziale clientela. Il negozio, che doveva riaprire dopo l'Epifania, è rimasto chiuso, ora sembra che possa riaprire l'1 febbraio 2024.
Intanto, Alessandro continua la sua battaglia per sé e per tutti quelli che sono passati attraverso questa brutta esperienza con una speranza:

"Da quando La Stampa ha iniziato ad occuparsi di noi, il mio telefono è un centralino, spero che grazie agli articoli che stanno uscendo in questi giorni sui giornali, altre persone si possano riconoscere."

Persone che dietro a questa storia hanno perso soldi, e purtroppo in alcuni casi anche la salute. Ecco alcune delle storie di chi a ottobre era presente al sit-in.

Mia moglie è andata in depressione

Fabio Tricarico per mesi ha vissuto dai suoceri con la moglie e il figlio di 11 anni.

 

"Ci siamo affidati a questa impresa per i lavori con lo sconto in fattura, ma dopo aver iniziato a demolire, non sono andati avanti con i lavori sempre con nuove scuse (soprattutto che lo Stato non erogava il credito) alla fine non si sono presentati più.

Noi nel frattempo siamo stati ospitati dai miei suoceri, mia moglie è andata in depressione, ho un ragazzo di 11 anni che non ha vissuto un bel periodo, io ho le spalle un po' più larghe e sono riuscito ad andare avanti. Sono uno dei fortunati che è riuscito ad avere dei soldi per finire la casa con un'altra impresa. I lavori che mi hanno fatto loro non erano effettuati bene, la nuova impresa ha risolto dove poteva, ma ho dei danni e me li tengo. Sono comunque fortunato,  questi signori qui purtroppo non hanno avuto la mia fortuna e sono senza una casa".

Per fortuna ci sono i miei genitori

E' tornato a vivere dai suoi genitori invece Federico Rossi.

"Ho iniziato nel luglio del 2022, avevo firmato un contratto con la cessione del credito al 50% e quindi ho dovuto saldare il mio 50% e dargli 30mila euro, i lavori dovevano iniziare a settembre e non sono iniziati, sono poi iniziati il 15 ottobre e ai primi di novembre sono già terminati, la mia casa al momento non è neanche del tutto demolita, io ho già avuto due udienze con loro. Adesso scopro che è stata aperta un'altra attività. Io al momento sono senza casa e non so come andare avanti. Vivo con i miei genitori, per fortuna ci sono loro, altrimenti sarei dovuto andare in affitto".

Vogliamo indietro le nostre chiavi

Poi ci sono Andrea Tropea e Lucrezia Cattanei, giovane coppia con il desiderio di ingrandire la famiglia e quindi con la necessità di spostarsi in una casa più grande.

"La nostra storia inizia un po' come per tutti. Firmiamo un contratto che ci promette la cessione del credito e di finire i lavori entro 3 mesi. Doveva iniziare a febbraio 2023 e finire a maggio 2023. Da contratto. Noi paghiamo subito. Dopo un mese capiamo che non avremmo finito a maggio. Ma abbiamo pensato che l'importante era andare avanti. Arriviamo a fare qualche demolizione e qualche scatola dell'impianto elettrico, circa 10mila euro di lavoro dopo aver pagato a febbraio del 2023 50mila euro. A luglio ci vengono chiesti altri 4mila euro per il condizionatore, ma senza impianto elettrico cosa ce ne facevamo del condizionatore? Visto che poi non entreremo prima di settembre? A settembre ci chiede altri 20mila euro. Dopo che però ci era stato detto che ad agosto sarebbe venuto l'idraulico che però non abbiamo mai visto. Abbiamo rifiutato e abbiamo chiesto di avere le chiavi in mano e di essere pagati per quello che avevamo fatto. A distanza di un mese stiamo aspettando".

 

 

 

 

 

 

 

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