Il caso

A Torino la stretta sugli alcolici nei minimarket divide la città

Ben 143 multe in cinque mesi, ma nei quartieri di periferia nord i problemi restano: scontro tra Comune e opposizioni sull’efficacia dell’ordinanza.

A Torino la stretta sugli alcolici nei minimarket divide la città

A Torino la stretta sugli alcolici nei minimarket divide: 143 multe in cinque mesi, ma nei quartieri di periferia nord i problemi restano.

A Torino la stretta sugli alcolici nei minimarket divide la città

Sono passati quasi cinque mesi dall’entrata in vigore della nuova ordinanza del Comune che anticipa dalle 23 alle 21 il divieto di vendita di alcolici nei minimarket.

La misura era stata varata con un obiettivo chiaro: limitare gli episodi di disturbo della quiete pubblica, gli assembramenti notturni e le risse che, soprattutto nei quartieri più popolosi come Barriera di Milano, da tempo creano malumori tra i residenti.

Il bilancio ufficiale, diffuso in questi giorni dalla polizia municipale, parla di 143 violazioni registrate in cinque mesi, di cui 60 soltanto in Barriera di Milano.

Per il Comune si tratta di un segnale che l’ordinanza sta funzionando, perché i controlli ci sono e le infrazioni vengono sanzionate.

Ma la lettura dei numeri non è univoca: per molti cittadini e per diversi amministratori locali si tratta invece della prova di un intervento troppo debole e incapace di incidere davvero sulla vita quotidiana dei quartieri. Gran parte dei negozi interessati dalla misura sono i cosiddetti “bangla”, i piccoli esercizi di vicinato gestiti da cittadini originari del Bangladesh o di altri Paesi dell’Asia meridionale.

Il dibattito politico

E il dibattito politico non si è fatto attendere. In Circoscrizione 6, il presidente Valerio Lomanto non usa mezzi termini: «I minimarket continuano a fare il bello e il cattivo tempo. Sono numeri ridicoli, che dimostrano come l’ordinanza sia un fallimento – attacca – Non basta festeggiare per qualche sanzione in più: la realtà è che servono più agenti di polizia municipale e controlli capillari, non provvedimenti di facciata».

Per l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino e i consiglieri di maggioranza, il fatto che in pochi mesi siano state elevate oltre cento sanzioni dimostra che i controlli sono attivi e che la stretta sugli alcolici non è rimasta solo sulla carta. Il provvedimento, sottolineano, va letto come parte di una strategia più ampia per restituire vivibilità alle zone più problematiche della città. Resta il fatto che, al di là dei numeri, la tensione nei quartieri è alta. I cittadini continuano a segnalare episodi di degrado e chiedono risposte concrete.

«Da tempo – conclude Lomanto – diciamo che abbiamo bisogno di controlli seri e numeri veri non quelli che vengono celebrati con una narrazione ‘distorta’».