A Torino 44 persone rimpatriate dalla polizia di Stato
Si tratta di soggetti irregolari responsabili di reati di diversa natura e gravità
Sono 1146 le persone straniere trattate dall’Ufficio Immigrazione della Questura nei primi sei mesi del 2024, 486 delle quali munite di decreto di espulsione/allontanamento da parte del Prefetto. I provvedimenti espulsivi sono stati eseguiti con accompagnamenti immediati alla frontiera, con ordini del Questore di lasciare il territorio nazionale in 7 giorni o con trattenimenti nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR).
44 le persone rimpatriate
Nello specifico, i rimpatri complessivi sono stati 44 ed i trattenimenti nei CPR nazionali 23.
I provvedimenti di espulsione hanno riguardato cittadini irregolari sul territorio nazionale provenienti da svariate nazioni: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia, Brasile, Camerun, Cina, Colombia, Costa D’Avorio, Cuba, Egitto, Filippine, Gabon, Gambia, Georgia, Ghana, Guinea Bissau, India, Macedonia, Mali, Marocco, Moldavia, Mauritania, Mauritius, Nigeria, Pakistan, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Tunisia e Turchia.
Questi soggetti irregolari si sono resi responsabili di reati di diversa natura e gravità come violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia, percosse, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale, rapina, furto, danneggiamento, porto abusivo di armi e traffico e detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope. Si tratta di reati che destano particolare allarme sociale e mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza pubblica.
Omicidio doloso e porto abusivo d'armi
Tra di essi, un cittadino albanese condannato a 18 anni di reclusione per omicidio doloso e porto abusivo di armi.
I fatti risalgono al dicembre 2009, quando al culmine di una lite all’interno di una discoteca l’uomo aveva esploso alcuni colpi di arma da fuoco verso un buttafuori del locale, uccidendolo. Successivamente, il cittadino albanese è stato responsabile di diversi atti di violenza all’interno nelle carceri di Genova e Torino. Durante uno di questi episodi, appiccato un incendio all’interno di una cella, offendeva, minacciava e colpiva ripetutamente con un’asta di metallo il personale della Polizia Penitenziaria intervenuto per spegnere il fuoco.
Produzione e traffico di stupefacenti
Un altro cittadino albanese rimpatriato era stato, invece, condannato ad una pena di 3 anni e mezzo di reclusione per produzione e traffico di sostanza stupefacenti, attività finalizzata alla vendita della sostanza stupefacente nei confronti dei minori, rifornendo le piazze di spaccio della zona di San Salvario ed in particolare di Piazza Bengasi. L’uomo era stato sottoposto a un controllo in Corso Moncalieri, ed aveva immediatamente manifestato chiari ed evidenti segni di nervosismo. Gli agenti avevano trovato nella sua auto 5 panetti, di oltre un chilo ciascuno, di cocaina. All'atto della scarcerazione per fine pena, l’uomo è stato accompagnato in Questura, dove gli è stato notificato il provvedimento di accompagnamento immediato alla frontiera, convalidato dal Giudice di Pace di Torino e nella stessa giornata rimpatriato, con accompagnamento della scorta dell’Ufficio Immigrazione alla frontiera.
La rapina in centro a Torino
Infine, fra i rimpatriati, anche un cittadino del Gambia, condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione per una rapina nei confronti di due negozianti del centro di Torino. Grazie all’attività di identificazione svolta da personale dell’Ufficio Immigrazione e della Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, è stato possibile ottenere il lasciapassare dal Consolato del Gambia di Milano e procedere all’imbarco dello straniero su un volo direzione Banjul. L’uomo, munito di decreto di espulsione, come sanzione alternativa alla detenzione, ha aderito al programma di reintegrazione EURP di Frontex con il quale viene garantito allo straniero espulso dal territorio dello Stato un aiuto fornito nell’immediatezza del rientro nel Paese di origine (pagamento di mezzo di trasporto per la propria residenza, assistenza medica, alloggio per la prima notte etc.) ed un sostegno finalizzato ad un vero e proprio investimento sulla persona a medio lungo termine (istruzione scolastica, formazione professionale, finanziamento di iniziative imprenditoriali, assistenza medica etc.).
Con riferimento ai 44 stranieri destinatari di accompagnamento immediato alla frontiera 6 erano scarcerati (2 albanesi, 2 marocchini, 1 peruviano e 1 senegalese), mentre gli altri 38 sono stati intercettati sul territorio della provincia (12 albanesi, 1 brasiliano, 1 colombiano, 1 dominicano, 3 georgiani, 5 marocchini, 4 moldavi, 3 nigeriani, 1 peruviano, 1 thailandese, 5 romeni, 1 tunisino).
Dei 23 trattenuti presso i Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR), in attesa delle attività di identificazione e successivo rimpatrio, 9 erano appena stati scarcerati (1 brasiliano, 1 georgiano, 3 marocchini, 1 nigeriano, 1 romeno e 2 senegalesi).
Infine, è stato dato un significativo impulso anche alle misure alternative al trattenimento nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR), disponendo l’obbligo di presentazione e firma in giorni ed orari stabiliti, l’obbligo di dimora in un luogo preventivamente individuato dove lo straniero possa essere agevolmente rintracciato e, nei confronti dei soggetti che siano in possesso di passaporto o altro documento equipollente in corso di validità, la consegna del documento stesso da restituire successivamente al momento del rimpatrio. Nel complesso le misure alternative emesse sono pari a 49 di cui quelle eseguite con accompagnamento alla frontiera 14.