22enne arrestato in Corso Toscana dalla Polizia di stato per spaccio di droga
Deve scontare oltre tre anni di carcere
Un cittadino nigeriano di 22 anni è stato tratto in arresto dalla Polizia di Stato poiché gravemente indiziato del reato di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. L’uomo era anche colpito da un Ordine di Carcerazione.
Comportamento sospetto
Durante un servizio volto al contrasto del fenomeno dello spaccio di sostanza stupefacente nella zona tra Corso Toscana e via Verolengo, gli agenti del Commissariato di Polizia Stato Madonna di Campagna notavano un soggetto magrebino con fare sospetto lasciando presumere che stesse attendendo l’arrivo di qualcuno.
Pochi minuti dopo sopraggiungeva a bordo di un monopattino un secondo soggetto che si avvicinava al magrebino consegnandogli un qualcosa in cambio di denaro, il gesto appariva come una verosimile trattativa volta alla cessione di sostanza stupefacente.
Il lancio della droga a terra
Alla vista dei poliziotti il presunto acquirente gettava a terra quanto ricevuto dal nigeriano, che veniva prontamente recuperato dai poliziotti, le stesse risultavano essere 4 dosi di cocaina/crack. Il presunto venditore si dava alla fuga a bordo del suo monopattino lungo il marciapiede di Corso Potenza incurante dell’incolumità dei passanti.
Il giovane, raggiunto dagli agenti, opponeva una strenua resistenza al personale del Commissariato che riusciva a fermarlo nei pressi di via Verolengo. Durante il controllo veniva sequestrata una modica quantità di sostanza stupefacente e centosessantacinque euro suddivise in banconote di piccolo taglio, verosimilmente provento dell’illecita attività.
Gli accertamenti
Inoltre, a seguito di accertamenti risultava a carico dello stesso un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino per scontare la pena della reclusione di 3 anni e 4 giorni e 12.800 euro di multa.
Il procedimento penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari, pertanto vige la presunzione di non colpevolezza dell’indagato, sino alla sentenza definitiva.