Vandalizzata l'opera di Rebor: non è durata neanche due giorni
L'opera consisteva in un cartellone sotto cui era incollato un manichino, i vandali si sono portati via la parte inferiore
Aveva fatto la sua comparsa a Pota Nuova solo due giorni fa l'opera di Rabor Cecità diffusa, ma qualcuno si è già portato via un pezzo dell'installazione.
Street art a Porta Nuova
L'opera consisteva in un cartellone sotto cui era incollato un manichino (di cui si vedevano solo le gambe, vestite di pantaloni rosa e con scarpe da ginnastica bianche) i vandali si sono portati via la parte inferiore. Sul manifesto c'era la scritta Cecità diffusa e sotto più in piccolo Cambiamo il modo di vivere seguito dall'hashtag #crisiclimatica.
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La filosofia di Rebor
Rebor, nome d'arte di Marco Abrate, 26 anni, nato a Savigliano, e vincitore della Biennale di Venezia 2022 nella sezione street art, aveva già preventivato il furto. Mettere le opere in strada significa aspettarsi che possa anche succedere di non trovarle più.
Per Cecità diffusa Rebor si era ispirato ad Amitav Ghosh e ad una sua citazione:
Questa nostra epoca, così fiera della propria consapevolezza, verrà definita l’epoca della Grande Cecità.
Per quanto riguarda la crisi climatica negli anni l’attenzione politica è aumentata, ma non è sufficiente. In più bisogna lottare con il pensiero comune della gente che pensa: "finché la crisi non mi riguarda personalmente, non è un mio problema". E invece, se non agiamo per tempo, le conseguenze saranno catastrofiche.
E allora bisogna fare come Rabor uscire dalle vecchie abitudini, ricordasi che abbiamo tutti delle responsabilità nei confronti del mondo che abitiamo. Aprire gli occhi e, in fondo è ancora possibile, rimanere ottimisti.