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Una proposta di legge per tutelare i condòmini dalle "brutte sorprese"come il taglio delle forniture

La proposta di legge presentata da Montaruli prevede una comunicazione diretta ai residenti e all'amministratore quando si verifica un debito superiore alla soglia dei 10.000 euro

Una proposta di legge per tutelare i condòmini dalle "brutte sorprese"come il taglio delle forniture
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La politica scende in campo per tutelare i condòmini per evitare "brutte sorprese" come il taglio delle forniture in caso di mancato pagamento per errore o per dolo all'insaputa di chi le sue quote le ha sempre pagate.

Una proposta di legge per tutelare le famiglie

L'iniziativa nasce da Augusta Montaruli, vice-capogruppo di FDI alla Camera e prevede l'obbligo, da parte dei creditori, acqua luce gas riscaldamento, di informare sia l'amministratore sia i singoli condòmini della sussistenza di bollette non pagate quando raggiungano il totale di 10mila euro. In modo da intervenire, ed evitare arretrati milionari.

Molto spesso per l'insolvenza di uno, spesso scoperta quando ormai il debito è troppo alto e diventa un peso difficile da sostenere per le famiglie, pagano tutti, come è successo nel caso del condomino Albesiano in corso Brescia a Torino, qui un amministratore  ha accumulato debiti a insaputa dei condòmini per più di 550.000 euro che a gennaio scorso si sono visti staccare i contatori.

La proposta di legge presentata da Montaruli prevede una comunicazione diretta ai residenti e all'amministratore quando si verifica un debito superiore alla soglia dei 10.000 euro.

Alle telecamere del Tgr Augusta Montaruli spiega:

Portiamo la nostra proposta in Parlamento perché purtroppo ci sono stati casi in cui gli amministratori di condominio non sono stati rigorosi e a rimetterci sono state le famiglie.

Il caso emblematico a Casale Monferrato

Altro caso che vogliamo ricordare è quello raccontato nei primi mesi di quest'anno dai colleghi di Prima Alessandria. In alcuni palazzi di Casale Monferrato era arrivata una lettera via posta in cui le famiglie venivano accusate di non aver pagato le utenze, nonostante tutti avessero versato le proprie quote di acqua e gas all'amministratore.

Peccato che il professionista, anziché pagare quanto dovuto alle aziende si era tenuto per sé i soldi. Una mossa (o meglio una grande beffa) che ha costretto 80 condomini (1200 famiglie in tutto) a dover pagare una seconda volta le bollette.

 

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