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Una neurotuta per Anna: ricoverata al Cto e uscita dal coma, l'aiuterà nella riabilitazione

Anna Melnychok, profuga ucraina di diciassette anni, nel mese di maggio è uscita da un coma di tre mesi

Una neurotuta per Anna: ricoverata al Cto e uscita dal coma, l'aiuterà nella riabilitazione
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Una neurotuta per Anna: Anna Melnychok, profuga ucraina di diciassette anni, nel mese di maggio è uscita da un coma di tre mesi presso l’USU dell'ospedale CTO di Torino. La neurotuta di ultima generazione Mollii l’ha aiutata nel suo percorso riabilitativo.

La storia di Anna

Questa mattina si è tenuta la conferenza stampa presso l’Unità Spinale Unipolare della Città della Salute di Torino dedicata al caso clinico di Anna Melnychok, diciassettenne ucraina arrivata al CTO di Torino il giorno di Pasqua. Quando è giunta in Italia, la ragazza era affetta da una cerebrolesione post-traumatica, a causa di un incidente stradale durante la fuga da Kiev. La paziente al suo ingresso in ospedale presentava gravi condizioni cliniche, nutrizionali e cognitivo-motorie legate al politrauma.

Le cure al Cto

Affidata alle cure del dottor Maurizio Beatrici (Direttore di Neuroriabilitazione dell'USU - CTO), Anna è uscita dal coma a maggio, proprio mentre i medici le stavano facendo ascoltare un brano della sua band preferita, i Måneskin. Così per la giovane è iniziato un lungo ed intenso percorso di riabilitazione fisica e psicologica.

L'atteggiamento di Anna mostrava inizialmente un fenomeno caratteristico dei pazienti con grave trauma cranio-encefalico: la “dispercezione corporea”, un disturbo percettivo che porta a vedere e percepire il proprio corpo in modo alterato rispetto alla realtà, il che ha impedito a medici e terapisti di lavorare sulla paziente e di toccarla.

La Neurotuta Mollii

Per facilitare il lavoro di riabilitazione con la giovane, l’équipe medica si è avvalsa della Neurotuta Mollii, consegnata dall’Officina Ortopedica Maria Adelaide. Una tuta di ultima generazione dotata di una serie di elettrodi polidistrettuali che emettono elettrostimolazioni sottosoglia di contrazione muscolare, grazie ai quali è possibile ottenere un maggior controllo del tono dei vari muscoli. Attraverso una programmazione personalizzata e l’utilizzo della Neurotuta per 1 ora ogni 48 ore, il quadro muscolare della ragazza è notevolmente migliorato. 

L’importanza di Mollii per la ragazza ed i grandi risultati ottenuti hanno spinto la Città della Salute di Torino, l’organizzazione no-profit Sermig – Arsenale della Pace e la Onlus #tuttegiuperterra a fornire la Neurotuta ad Anna, grazie ad una donazione complessiva di circa 5.600,00 euro. 

Dottor Giovanni La Valle, Direttore generale Città della Salute di Torino: “Una sanità all'avanguardia. La sanità del futuro, frutto della fattiva collaborazione tra i nostri specialisti e gli esperti dell'Officina Ortopedica Maria Adelaide. Questa Neurotuta esalta per l'ennesima volta le eccellenze della Città della Salute nell'ottica di migliorare le condizioni ed il percorso di cura e di riabilitazione di pazienti in gravi condizioni neurologiche e la qualità della vita anche di coloro che li assistono”. 

Dottor Maurizio Beatrici, Direttore della S.C. Neuroriabilitazione Presidio CTO-USU: “Al suo ingresso da noi Anna, 16 anni, a seguito del suo grave trauma cranio encefalico, mostrava un altrettanto grave stato di alterazione di coscienza. In seguito alle stimolazioni degli operatori Anna riprendeva uno stato di vigilanza, primo passo indispensabile per una uscita dal coma.

Ma alcuni segni come la flessione delle spalle e dei gomiti e delle gambe, la chiusura degli occhi quando si tentava di toccarla, lo sguardo fuori campo, il grimaces (smorfie del volto di angoscia e paura) ed un vero e proprio ‘congelamento di postura’ richiamavano a quanto la lettura attribuisce al ‘disturbo dell'immagine corporea’.

Al posizionamento della neurotuta Mollii, e con un lavoro farmacologico e di tipo rieducativo costante ed intensivo questi sintomi di grave dispercezione corporea, si sono gradualmente attenuati e siamo riusciti ad intraprendere un programma di mobilizzazione. La Neurotuta Mollii prende posto a pieno diritto tra gli strumenti possibili da usare per il contenimento del BID”. 

Dott. Roberto Ariagno, Direttore Officina Ortopedica Maria Adelaide: “La Neurotuta Mollii viene utilizzata per ridurre la tensione di gruppi muscolari scelti ed è indicata per persone con problemi motori neurologici dovuti per esempio a trauma cranico, sclerosi multipla, esiti da ictus e paralisi cerebrale infantile. Mollii è in grado di migliorare notevolmente la qualità della vita non soltanto degli utenti diretti, ma anche della rete di prossimità che li circonda: famigliari, caregiver, parenti, amici, colleghi, operatori sanitari. Considerando la presenza di 133.000 casi di SM nel 2022, le persone coinvolte nella sclerosi multipla in Italia sono 1 milione (dati AISM 2022). Recentemente è cominciata una collaborazione con la Fondazione Don Gnocchi con la valutazione di diversi casi e utenti”.  

Marco Maccarelli, Sermig – Arsenale della Pace: “Come Arsenale della Pace e Sermig siamo contenti di aver dato il nostro contributo. L’aiuto ad Anna è uno dei frutti di solidarietà del nostro progetto ‘Uniti per l’Ucraina’. Un movimento di bene che ha visto il coinvolgimento di centinaia di migliaia di persone che hanno aiutato. In questi mesi abbiamo consegnato personalmente oltre 1500 tonnellate di generi alimentari, farmaci, aiuti umanitari. Stiamo continuando a sostenere il popolo ucraino in uno dei momenti più difficili della loro storia. Tutto questo grazie alla sensibilità della gente che non finiremo mai di ringraziare”. 

Francesca Martinengo, Presidente di #tuttegiuperterra: “La nostra ONLUS è nata per la ricerca contro le malattie rare. Inoltre, essendo io stessa affetta da una forma di disabilità motoria il cui problema principale è la spasticità degli arti, sono stata molto colpita dal caso di Anna e dalla possibilità di un suo netto miglioramento grazie alla neurotuta Mollii.

Quella che abbiamo donato è una cifra pari a una goccia nell’oceano, ma crediamo che in questi tempi sia di fondamentale importanza dare segnali di condivisione. Soprattutto, momenti come questo danno occasione di creare una rete fra le persone, sanità pubblica e imprese del privato: il futuro sarà appunto saper fare rete supportando eccellenze come l’Officina Ortopedica Maria Adelaide, che rendono accessibili tecnologie in grado di ridare una qualità della vita sostenibile a quanti l’avevano persa”.

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