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Torino omaggia il paroliere Leo Chiosso con una targa in largo Montebello

Proprio su quelle panchine, Leo e Fred si incontravano e davano vita a testi e canzoni ispirati ad un'America lontana

Torino omaggia il paroliere Leo Chiosso con una targa in largo Montebello
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Era il paroliere dietro a quelle che sarebbero diventate grandi "hit" e dietro Fred Buscaglione che quelle parole le animò dando vita ad un personaggio mitico con sigaretta all'angolo della bocca, baffetti da gangster e pose da duro.

Parliamo di canzoni come "Che bambola", "Teresa non sparare", "Che notte" ed "Eri piccola così" tutte uscite dalla brillante penna di Leo Chiosso che nella sua vita scrisse brani di successo per moltissimi altri artisti italiani, ad esempio "Parole parole" per Mina e "La torpedo blu" per Giorgio Gaber.

Chierese di nascita, vanchigliese d'adozione

Nato l’8 agosto 1920 a Chieri, Leo Chiosso è stato un autore televisivo, drammaturgo, paroliere e, in gioventù, rugbista a 15 nella formazione del GUF Torino con cui fu vicecampione nazionale nel 1941.

Leo Chiosso ha trascorso gran parte della sua vita nel quartiere Vanchiglia. E' qui che ancora ragazzo incontra Fred Buscaglione stringendo un'amicizia che ben presto diventa un sodalizio artistico. Ed è qui, precisamente nel cuore di Largo Montebello, che la città di Torino, 17 anni dopo la sua morte avvenuta il 25 novembre 2006, ha deciso di dedicargli un giardino. Proprio su quelle panchine, Leo e Fred vengono a prendere il fresco d'estate componendo testi e canzoni con in testa l'immagine di un'America lontana.

A scoprire la targa, oltre ai figli Fred (chiamato così in ricordo di Buscaglione morto in un incidente automobilistico nel 1960 21 giorni prima della sua nascita) e Giorgio Chiosso, anche Bruno Gambarotta, il direttore del Torino Film Festival Steve Della Casa, l'attore Danilo Bruni e il giornalista Gian Paolo Ormezzano.

Leo Chiosso nel 1962

Fascino gangster con autoironia

Nell'Italia del dopoguerra il fenomeno Fred Buscaglione è fortissimo. Ma il personaggio del duro che subisce le donne è una creazione di Leo Chiosso. Polistrumentista uno, uomo di lettere l'altro, insieme creano canzoni che sono praticamente dei mini -racconti attingendo dalle atmosfere dei film di gangter americani, dai romanzi poliziesci americani, di cui Chiosso è un avido lettore, e dal mito di John Wayne declinato però con auto-ironia.

Chiosso, Buscaglione e Gino Latilla nel 1958

I testi raccontano di bulli e pupe, trasportando chi ascolta a New York e a Chicago. Una vera è propria sferzata di novità in un'Italia in cui l'occupazione americana ha lasciato l'American Dream, ma che i discografici non sono subito pronti ad accogliere.

Fred e Leo raccontano di un macho dal cuore tenero che subisce il fascino delle "pupe"e che deve fare attenzione, perché le "pupe"in questione sono donne forti che non subiscono mai passivamente, a volte sono armate, e sono sempre vincenti. Un'immagine stridente, quanto affascinante, in una Torino anni Cinquanta in cui il tenore di vita era povero e il moralismo era forte.

 

L'omaggio durante il Torino Film Festival

Torino continuerà ad omaggiare la figura del grande paroliere anche durante il Torino Film Festival. Infatti, nel programma, è presente un convegno interamente dedicato a Chiosso, organizzato in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale.

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