l'intervista

«SuperSimo» Ventura si racconta

Ci parla anche del suo documentario sull'ospedale di Bergamo.

«SuperSimo» Ventura si racconta
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Super Simo è arrivata a Chivasso intorno alle 13 di domenica 26 settembre per la Festa del Nocciolino dove ha ricevuto il Nocciolino di Diamante dalla sua Chivasso. Come riporta PrimaChivasso.it 

Simona Ventura a Chivasso

La prima tappa di Simona Ventura è alla Locanda del sole da Daniela Buzio e Giorgio Gamba per un pranzo tra amici, quelli di sempre che nonostante gli anni e la distanza restano sempre.
Simona Ventura è insieme al figlio Giacomo e al compagno Giovanni Terzi.
Saluta gli amici e le amiche e ci dedica del tempo per parlare di lei, dei suoi progetti, ma soprattutto di Chivasso e di ciò che rappresenta.

La prima domanda che le poniamo è proprio: Cosa rappresenta Chivasso per lei?

«Per me Chivasso è casa e ci torno ogni volta che posso. Adesso, erano due anni che non venivo a causa della pandemia. Qui ci sono i ricordi, la mia infanzia, la mia adolescenza e tanti cari amici. Chivasso è la mia città d’adozione, sono molto legata a questa città. Sono venuta qui quando avevo 6 anni. Io come mia sorella Sara riteniamo questo luogo “casa”. Anche lei infatti ritorna qui volentieri quando può».

Ha mai pensato di tornare a Chivasso in futuro?

«Torno volentieri a Chivasso. Credo che la campagna come il mare offrano buone attrattive e opportunità per ritirarci. Mi vedo in un futuro con Giovanni a fare i nonni: in totale 5 figli di età compresa tra i 28 e gli 8 anni».

Lei in ogni occasione, anche in tv ha sempre sottolineato la “sua chivassessità”...

«Si, io sono orgogliosa di questo e anche nella trasmissione che anticipava la Casa di Carta avevo la felpa con la scritta Chivasso. Io sono piemontese di adozione e di questo ne vado fiera. Io mi godo questa giornata perchè sono molto contenta di ricevere il Nocciolino di Diamante. E’ una giornata importante per me che voglio vivere in ogni suo aspetto».

Il suo prossimo impegno lavorativo? Il suo debutta in veste di regista?

«Domenica 3 ottobre inizia “Citofonare Rai 2” con Paola Perego. Si tratta di un appuntamento settimanale proposto nel giorno festivo dalle 11 alle 13. Sono inoltre molto soddisfatta degli applausi ottenuti al Festival di Venezia con un documentario su Bergamo, “Le 7 giornate di Bergamo”.
Si tratta di un documentario sulla pandemia causata dal Covid, una storia che doveva essere raccontata, ma vuole essere anche un messaggio di speranza per Bergamo che è stata la più colpita tra le città dal Covid per numero di vittime e le immagini dei carri militari che trasportano le salme sono impresse nella mente di tutti no.
Il Covid ha colpito profondamente l’esistenza di tutti noi, ma il documentario è la testimonianza, anche con le immagini forti, che l’ospedale da campo di Bergamo rappresenta un vero miracolo italiano perchè è stato realizzato in soli sette giorni.
Questa è una storia di unione che insegna che se facciamo sistema siamo i più forti al mondo. Siamo geograficamente, storicamente e culturalmente divisi e divisivi, ma si deve cambiare perchè abbiamo visto che se ci uniamo “non ce n’è per nessuno».

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