Stop ai concimi naturali in tutta la provincia di Torino: generano PM10 e PM2,5
Fino a febbraio lo smog invernale non potrà essere colpa dell’agricoltura
È scattato il divieto assoluto di spandimento dei liquami zootecnici in tutta la provincia di Torino. Il divieto assoluto è previsto dall’applicazione regionale della Direttiva Europea Nitrati e scadrà solo il 31 gennaio 2024. Dal 15 dicembre e fino al 15 gennaio entra in vigore anche il divieto assoluto di spandimento di letame solido nelle zone vulnerabili ai nitrati, cioè circa la metà della pianura del territorio di pianura del Torinese.
Una misura contro l'inquinamento
I divieti vengono adottati in questi mesi invernali che sono caratterizzati da una più alta concentrazione di polveri sottili nell’aria. Le micropolveri sono prodotte dall’emissione diretta di particelle incombuste di motori diesel e a scoppio e sono, inoltre, generate da altre fonti di combustione come il riscaldamento e le emissioni industriali. Ma a queste emissioni dirette tradizionali di PM10 e PM2,5, secondo una nuova teoria scientifica, si aggiunge anche il particolato che si crea in alta atmosfera per effetto della presenza di gas di ammoniaca in reazione con le radiazioni solari. Secondo queste nuove tendenze scientifiche, l’agricoltura, contribuisce a circa il 6% della produzione di particolato sottile in Piemonte proprio attraverso l’utilizzo tradizionale di questi preziosi concimi naturali che, da sempre, vengono sparsi nei terreni per fertilizzarli in vista delle semine primaverili. Il letame e gli escrementi liquidi sono, infatti, ricchi di azoto naturale che è il nutriente fondamentale per la vita di tutte le piante.
Osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici:
Da adesso, nei mesi più inquinati dell’inverno e nelle giornate con lo smog da “semaforo rosso”, l’agricoltura non può essere additata come la fonte principale dell’inquinamento dell’aria. Semplicemente perché per gli agricoltori è vietato spandere i concimi che emettono gas inquinanti. Inoltre, le attività agricole sono ubicate fuori dalle aree urbane: in queste condizioni è davvero difficile affermare che l’inquinamento di grandi città come Torino è colpa dell’agricoltura.
Gli spandimenti di liquami sono vietati non solo in inverno ma anche nelle giornate con livelli di inquinamento da “semaforo giallo e rosso”. Per questo, gli agricoltori, nella loro programmazione aziendale devono anche tenere conto dei divieti generati da livelli di inquinamento causati da attività che, al contrario, non vengono fermate come: il traffico veicolare, il riscaldamento degli edifici e le attività industriali e artigianali.
Il contributo dell'agricoltura alla riduzione di particolato
Sono, invece, permesse le nuove tecniche di interramento che non producono emissioni di ammoniaca nell’aria grazie a macchine interratrici.
L’agricoltura sta facendo la propria parte per ridurre l’inquinamento da particolato che è poi quello più pericoloso per la nostra salute. Non solo perché all’agricoltura sono imposte tutte queste limitazioni ma anche perché i nostri allevamenti stanno investendo sempre più nella copertura dei depositi per la maturazione di letame e liquami; le nostre stalle stanno investendo in impianti di biogas con produzione di prezioso digestato biologico; le nostre aziende stanno investendo in costosi macchinari per l’interramento di questi concimi naturali per non emettere ammoniaca nell’aria. Noi agricoltori del Torinese stiamo facendo la nostra parte per la riduzione dell’inquinamento e, nel frattempo, produciamo anche energia rinnovabile e soprattutto il cibo che troviamo sulle nostre tavole.
Nell'immagine di copertina: interramento di liquami, la nuova pratica agricola che non emette gas di ammoniaca in atmosfera