Silvio Viale accusato di violenza sessuale: mentre le indagini proseguono, dalla politica saltano fuori accuse di misoginia
Alcune consigliere di Palazzo civico hanno descritto gli atteggiamenti verbali del collega come violenti
Gli investigatori sono al lavoro per cercare prove su cellulari, pc, tablet e device sequestrati dagli studi del Silvio Viale, ginecologo e consigliere comunale di +Europa, al centro di un'inchiesta che lo vede accusato di violenza sessuale da quattro studentesse tra i 20 e i 25 anni.
L'inchiesta
L'inchiesta, coordinata dai pubblici ministeri Lea Lamonaca e Delia Boschetto, è partita a fine 2023 in seguito alle denunce presentate dalle giovani.
Al centro delle serrate indagini di questi giorni ci sarebbero foto intime scattate durante le visite. Ma a parte le foto, le ragazze, assistite dagli avvocati Benedetta Perego e Ilaria Sala, hanno raccontato anche di visite mediche in cui avvenivano apprezzamenti, palpeggiamenti e commenti non graditi che generavano, secondo l'ipotesi accusatoria, un senso di "vergogna e impotenza"nelle pazienti.
E' "sereno" e convinto che "forse qualche frase sia stata fraintesa" Viale che in questi giorni avrebbe solo fatto richiesta di recuperare la sim del proprio telefono e avrebbe comunicato di voler usufruire di un periodo di ferie dall'Ospedale Sant'Anna dove è dirigente medico di ostetricia e ginecologia. Continua invece il suo lavoro in consiglio comunale seguendo le commissioni in programma a Palazzo Civico.
Famoso per essere sopra le righe, tra mangiate di grilli, bevute di birra in aula e quel famoso kilt indossato in aula per rivendicare il diritto degli uomini a non rispettare il dress code giacca e cravatta, Viale è un personaggio che è ricordato però soprattutto per la sua battaglia per la somministrazione della pillola abortiva Ru-486, per questo finì già sotto inchiesta nel 2006, all'epoca fu Cosimo Palumbo a difenderlo. Lo stesso avvocato che lo difenderà anche per le accuse di violenza sessuale.
Dalla politica nuove accuse di misoginia
Insomma, Viale o si ama o si odia, e se i suoi compagni radicali si ribellano anche ad un certo tipo di giornalismo che lo avrebbe già etichettato come carnefice, molti colleghi preferiscono sospendere il giudizio.
Si sono invece espressi Saverio Mazza, dirigente del Pd di Torino e e l’ex consigliere comunale grillino Vittorio Bertola
"Se e quando sarà, toccherà alla magistratura fare chiarezza sulle presunte vicende di cui oggi abbiamo letto su Silvio Viale. Ad oggi, i fatti sono questi: ha fatto più battaglie lui per i diritti delle donne che chiunque altro o altra che oggi lo giudica senza aspettare la fine della vicenda" ha dichiarato Saverio Mazza
"Sulle accuse si esprimerà l’indagine ma non è normale che prima ancora di qualunque prova siano colleghe della sua stessa maggioranza o addirittura della sua stessa lista ad attaccarlo pubblicamente su due piedi; sembra che non vedessero l’ora. Insomma, è triste vedere consigliere presunte di sinistra prendere di mira una persona che ha passato la vita a lottare per il diritto delle donne di abortire, usando come scusa il modo di essere sopra le righe che Viale ha sempre avuto equamente con tutti i colleghi di politica, di qualunque genere e partito fossero; peraltro, dopo che una manina interessata ha violato il segreto istruttorio per passare ai giornali il materiale con cui attaccarlo" ha scritto in post su Facebook Vittorio Bertola
Già perché sull'onda delle accuse mosse dalle quattro pazienti di Viale, anche alcune consigliere di Palazzo civico recentemente hanno descritto gli atteggiamenti verbali di Viale come violenti. Ad esporsi sono state in particolare Ludovica Cioria (Pd) che ha parlato di modi verbali aggressivi ed Elena Apollonio (Demos) secondo la quale i suoi atteggiamenti sarebbero stati misogeni.
Affermazioni che hanno immediatamente suscitato la reazione dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta, la casa storica dell'attivismo portato avanti nei decenni da Silvio Viale che in una nota stampa scrive:
"Reputiamo inqualificabili le dichiarazioni di alcune colleghe di Silvio in consiglio comunale, che dimostrano di non avere interesse nell'attendere il corso della magistratura per fare chiarezza, ma contribuiscono, con racconti di episodi non pertinenti, alla distruzione dell'immagine di una persona, per proprio tornaconto politico e vecchi rancori che nulla hanno a che fare con la serietà della questione. Ben peggio della posizione giustizialista, questo è sciacallaggio politico"