Siccità: ecco quali sono gli 80 comuni Torinesi in cui è stato chiesto il razionamento dell'acqua
Le prossime settimane saranno le più critiche per le colture in campo ed uno stress idrico ne pregiudicherebbe la resa o addirittura, in alcuni territori, la perdita parziale o totale della produzione.
Siccità sul Po: stop all’erogazione dell’acqua potabile nelle ore notturne in 125 comuni. E' la richiesta avanzata da una serie di aziende aderenti a Utilitalia, l’associazione che riunisce i gestori degli acquedotti e dà l’idea di quanto grave sia la siccità che sta colpendo tutta l’Italia ma in particolar modo le regioni del Nord.
Confagricoltura Piemonte, inoltre, ha chiesto alla Regione di attivare le procedure per la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale.
Siccità sul Po: chiesto il razionamento in 80 Comuni
E' sempre più allarme siccità. In alcune zone del Nord Italia e soprattutto in Piemonte non piove ormai da 110 giorni. Una situazione che si sta facendo sempre più critica tanto che molti comuni potrebbero rimanere senza acqua o rischiare un razionamento. Una decisione che potrebbe riguardare soprattutto le Regioni sul Po: un evento straordinario visto che negli ultimi 70 anni il Nord non era mai arrivato ad un livello tale di siccità.
Il grande fiume segna ormai un -2,7 metri e così alcune imprese associate a Utilitalia, la federazione che riunisce le aziende che distribuiscono l’acqua potabile, hanno avanzato la richiesta di sospensione dell’acqua nelle ore notturne. La decisione ultima, di razionamento, spetterà comunque in linea finale ai Comuni con l'emissione di singole ordinanze.
I comuni coinvolti
Ma quali sono i comuni interessati dalla sospensione notturna? Si parla di un centinaio di comuni piemontesi e 25 lombardi, esattamente nella provincia di Bergamo.
Soffermandosi sul Piemonte almeno 80 comuni sono in provincia di Torino: Agliè, Alpette, Andrate, Angrogna, Bairo, Baldissero Canavese, Barbania, Bollengo, Borgomasino, Bricherasio, Cafasse, Canischio, Cantalupa, Carema, Caselle, Castellamonte, Cesana Torinese, Chiesanuova, Coassolo, Colleretto Castelnuovo, Colleretto Giacosa, Corio, Cuceglio, Cumiana, Favria, Feletto, Fiano, Fiorano, Forno Canavese, Front, Givoletto, Inverso Pinasca, Issiglio, La Cassa, Lemie, Locana, Loranzè, Lusigliè, Noasca, Nomaglio, Oglianico, Ozegna, Parella, Pertusio, Pianezza, Pinasca, Pinerolo, Pomaretto, Prascorsano, Pratiglione, Quagliuzzo, Quassolo, Rivara, Rivarolo Canavese, Rocca, Rorà, Rueglio, Salassa, San Carlo, San Francesco, San Germano Chisone, San Gillio, San Martino Canavese, San Maurizio, San Ponso, San Secondo di Pinerolo, Scarmagno, Sestriere, Settimo Vittone, Tavagnasco, Torre Canavese, Torre Pellice, Usseaux, Val della Torre, Val di Chy, Valperga, Vialfrè, Vidracco, Villar Pellice e Vistrorio.
Altri 7 si trovano invece in provincia di Alessandria: Castelletto d’Orba, Francavilla Bisio, Masio, Ovada, Parodi Ligure, Sancristoforo, Tassarolo.
Infrastrutturazione del territorio
"A fronte di tale emergenza, chiediamo l'immediata attivazione di una cabina di regia, che ricomprenda i principali organi tecnici e politici, per valutare, nel rispetto delle priorità di legge, tutte le possibili soluzioni e conseguenti azioni in materia di rilasci e prelievi idrici in alveo, governando le inevitabili problematiche, che ne seguiranno" dichiara Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, l'Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue.
Le prossime settimane saranno le più critiche per le colture in campo ed uno stress idrico ne pregiudicherebbe la resa o potrebbe addirittura causare, in alcuni territori, la perdita parziale o totale della produzione.
"Auspichiamo – conclude Vincenzi – che la gravità della situazione e l'evidenza dell'emergenza in atto induca urgentemente ad avviare la necessaria infrastrutturazione del territorio, ad iniziare da nuovi bacini per trattenere le acque di pioggia e contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici, aumentando la resilienza delle comunità".
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