giallo nel mondo dell'arte

Sgarbi contro Report per un'opera di sua proprietà identica ad un'altra che però... risulta rubata

"Non sono mica Diabolik" afferma il critico d'arte infastidito dalla trasmissione di Rai3 che ha indagato sul caso

Sgarbi contro Report per un'opera di sua proprietà identica ad un'altra che però... risulta rubata
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Un vero e proprio giallo  riguarda l'opera seicentesca "La cattura di San Pietro" di Rutilio Manetti (pittore italiano, tra i più prolifici esponenti del Seicento senese) di proprietà del critico d'arte e Sottosegretario di Stato alla Cultura Vittorio Sgarbi, che risulta identica (non fosse per un particolare del quadro che a breve vi sveleremo) ad un'altra opera che però... è stata rubata.

L'indagine di Report

A indagare sul caso i giornalisti della trasmissione Report che ieri, domenica 17 dicembre 2023, ha dedicato un servizio all'opera che Sgarbi racconta di aver rinvenuto durante i lavori di restauro di Villa Maidalchina, a Viterbo, ma che invece secondo Report risulta trafugata nel 2013 dal castello di Buriasco, in Piemonte, e perciò schedata dall’Interpol.

La denuncia di furto

I ladri entrati in azione nel 2013 in provincia di Torino avrebbero tagliato l'opera dalla cornice sostituendola con una fotografia di pessima qualità.

IL CASTELLO:

La fotografia plastificata sarebbe stata poi pinzata all'interno della cornice originale alla bell'e meglio per ingannare al primo sguardo Margherita Buzio, la proprietaria del maniero (trasformato in ristorante). La signora invece si accorge subito del furto e corre a fare denuncia ai carabinieri.

Margherita Buzio su Report

Il lavoro eseguito dai ladri è talmente frettoloso e fatto male che quando l'inviato di Report tocca la superficie dietro alla fotografia plastificata rinviene un pezzo di tela originale rimasto attaccato alla cornice.

In seguito alla denuncia, i carabinieri chiedono alla signora se in passato qualcuno si fosse dimostrato particolarmente interessato all'opera, Margherita Buzio, senza troppi sforzi di memoria, fa il nome di Paolo Bocedi, storico collaboratore e amico di Vittorio Sgarbi, che solo alcune settimane prima del furto aveva visitato il castello, chiedendo di acquistare proprio quell’opera.

Bocedi è un personaggio eclettico, che ricopre anche il ruolo di presidente dell’associazione Sos imprese Italia, è impegnato nella lotta contro mafia e racket. E veniamo così a un passaggio chiave. Report ricostruisce come, nella primavera del 2013, quando il quadro era stato già rubato dal castello torinese, Bocedi avesse consegnato ad un casello autostradale, per conto di Vittorio Sgarbi, un’opera strappata e arrotolata al restauratore Gianfranco Mingardi di Brescia.

Le differenze tra le due opere

Anche Mingardi viene a lungo sentito dai giornalisti di Report. Per l'esperto non ci sono dubbi: l'opera è proprio quella rubata al castello di Buriasco ed esposta nel 2021 in una mostra a Lucca, e questo nonostante il tentativo un po' maldestro di renderle diverse attraverso l'inserimento di una candela che nell'opera consegnata al restauratore non c'era. Chi abbia effettuato questa manomissione e quando non si sa.

"Questione di c..."

Secondo Sgarbi si tratterebbe di una faccenda di coincidenze. Raggiunto dalle telecamere di Report ha ribadito la sua versione: il dipinto in suo possesso si trovava a Villa Maidalchina, ed è stato rinvenuto da lui stesso in un interstizio nel sottotetto durante una ristrutturazione.

Villa Maidalchina:

A questo punto i giornalisti di Rai3 sentono anche l'ex proprietario di Villa Maidalchina, Luigi Achilli, che smentisce Sgarbi sostenendo che la villa fosse completamente spoglia.

Ultimo dettaglio: il testo curatoriale della mostra di Lucca spiega che la presenza dell’opera nella villa Maidalchina sarebbe certificata da un atto notarile del 1649.

Peccato che Report abbia fatto rispolverare l'atto seicentesco all’archivio di Stato di Viterbo senza trovare menzione dell’opera.

Insomma, le indagini effettuate finora sono state decisamente approfondite, ma il sottosegretario alla Cultura è convinto più che mai dell'autenticità del suo quadro e rimbalza tutte le accuse:

"Non sono mica Diabolik" dichiara al Corriere.

E poi dalle parole passa ai fatti, diffidando la trasmissione per violazione del segreto istruttorio e chiedendo che la puntata venga bloccata. Ma è troppo tardi.

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