Scongiurata in extremis la chiusura della A5, Cirio: "Abbiamo chiesto una soluzione, ed è arrivata"
La Torino-Aosta quindi non chiude e continuerà ad essere gestita nella modalità attuale, senza ulteriori penalizzazioni per l’utenza
Scongiurata la chiusura della A5 nel tratto tra Torino e Quincinetto. Tutto è nato da una questione burocratica tra Ativa e il Ministero dei Trasporti. Ecco cosa è successo...
La A5 non chiude
Grazie a una rapida azione coordinata tra autorità locali, Prefettura e rappresentanti della società Ativa e del Ministero dei Trasporti, è stata evitata la chiusura dell'autostrada A5 nel tratto Scarmagno-Ivrea.
L'origine della disputa riguarda una questione burocratica tra Ativa e il Ministero dei Trasporti sulla gestione dell'autostrada, in particolare per il tratto che comprende il nodo idraulico di Ivrea. La società Ativa ha eseguito lavori per migliorare le carreggiate.
La querelle tra Ativa e Ministero dei Trasporti
I lavori hanno riguardato prima il rifacimento dell'ingresso sulla bretella autostradale Ivrea-Santhià e poi il ponte sul Chiusella. Per questi ultimi interventi Ativa è rimasta in attesa dell'agibilità da parte del Ministro delle Infrastrutture il cui collaudo è stato sollecitato più volte ma, causa le concessioni autostradali scadute, non è mai arrivato il via libera.
L'Ativa ha quindi deciso di procedere autonomamente alle prove di carico relative al ponte, ricevendo in risposta una diffida dal ministero alla riapertura. La società ha minacciato la chiusura dell'autostrada nel tratto Ivrea-Scarmagno, suscitando preoccupazioni nella comunità locale e nei territori circostanti. Contestando la diffida, Ativa ha quindi minacciato la chiusura dell'autostrada nel tratto Ivrea-Scarmagno.
La soluzione
Ciò ha poi portato alla convocazione di un tavolo urgente in Prefettura, con la partecipazione del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e dell'assessore ai Trasporti, Marco Gabusi. Dopo un incontro di oltre tre ore, le autorità hanno annunciato che l'autostrada Torino-Aosta continuerà a essere gestita nella modalità attuale, evitando ulteriori disagi per gli utenti.
Il presidente Cirio e l'assessore Gabusi hanno sottolineato l'importanza di non interferire con la vicenda amministrativa in corso tra la società concessionaria e il ministero, riservando le indagini alle sedi adeguate. Hanno enfatizzato il ruolo cruciale di preservare l'utenza e hanno espresso gratitudine per la collaborazione della Prefettura e la disponibilità del ministero e di Ativa nel comprendere l'urgenza di mantenere aperta la tratta.
"Abbiamo chiesto a gran voce e ottenuto che il vertice in Prefettura si chiudesse con una soluzione e questa soluzione è arrivata – hanno dichiarato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi – Abbiamo chiesto che non si entrasse nel merito della vicenda amministrativa tra la società concessionaria e il Ministero, che verrà approfondita nelle sedi adeguate.
L’autostrada Torino-Aosta quindi non chiude e continuerà ad essere gestita nella modalità attuale, senza ulteriori penalizzazioni per l’utenza. Abbiamo difeso le ragioni dei nostri cittadini e del nostro sistema economico che non avrebbero compreso e non potevano accettare l’interruzione di un collegamento per una vertenza burocratica.
Abbiamo chiesto e ottenuto che sia tutelata l’utenza. Ringraziamo la Prefettura e la disponibilità di Ministero e di Ativa, che pur senza fare passi indietro rispetto alla vicenda complessiva, hanno compreso l’esigenza di non chiudere la tratta, con un provvedimento incomprensibile che avrebbe penalizzato cittadini e imprese".
Alla fine dell'incontro, l'amministratore delegato di Ativa, Luigi Cresta, ha dichiarato che il Consiglio di Amministrazione deciderà di mantenere l'autostrada aperta nelle attuali condizioni. Cresta ha evidenziato la volontà di Ativa di continuare a operare nel rispetto delle condizioni previste dal progetto, pur rimanendo in attesa di risposte chiare e tempestive dal ministero dei Trasporti per risolvere la complessa vicenda.