Salvini mette fuorilegge le piste ciclabili solo "disegnate" sull'asfalto, la Fiab: "A Torino 16 chilometri di bike lane a rischio"
"E'una decisione che ci catapulta nel passato e in controtendenza rispetto al resto d'Europa"
A lanciare l’allarme nelle scorse settimane è stata l’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, che ha sottolineato come la proposta potrebbe danneggiare seriamente le politiche di mobilità urbana sostenibile adottate da molte città italiane. Massimo Tocci di Fiab Torino ci ha raccontato la posizione dell'associazione e com'è la situazione nella nostra città.
La proposta di Salvini vieta le strisce ciclabili, parla Fiab Torino
Una brutta notizia per i ciclisti di tutta Italia. Il nuovo Codice della Strada proposto dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini potrebbe mettere al bando le strisce ciclabili, quelle piste leggere segnalate da una semplice verniciatura sull’asfalto.
La misura, contenuta nell'articolo 8 del disegno di legge, prevede l’eliminazione non solo di queste piste, ma anche delle corsie miste che condividono lo spazio con i mezzi pubblici. La proposta ha scatenato una forte reazione da parte dei Comuni e delle associazioni di ciclisti, tra cui la Fiab Torino che ci ha rilasciato un commento:
"E' come tornare indietro nel tempo andando in controtendenza rispetto al resto dell'Europa. Negli altri Paesi, in primis l'Olanda, da anni la sicurezza di ciclisti e pedoni è prioritaria. Con questo nuovo codice che noi chiamiamo "della strage" di certo non si salvano vite."
A lanciare l’allarme nelle scorse settimane è stata l’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, che ha sottolineato come la proposta potrebbe danneggiare seriamente le politiche di mobilità urbana sostenibile adottate da molte città italiane. A Milano, ad esempio, ci sono 80 chilometri di strisce ciclabili che potrebbero diventare inutilizzabili se il disegno di legge venisse approvato nella sua forma attuale.
Massimo Tocci, Fiab Torino
Anche Massimo Tocci Presidente di Fiab Torino è comprensibilmente preoccupato al pensiero che da Torino possano sparire le bike lane:
L‘articolo 8 del nuovo codice della strada, in discussione al Senato, potrebbe portare a Torino alla cancellazione di 15-16 chilometri di bike lane, ovvero di piste ciclabili delimitate solo dalla segnaletica orizzontale, senza cordoli fisici.
Si tratta di tornare indietro nel tempo a prima del 2020 quando durante la pandemia, la Consulta propose di rendere prioritari per le biciclette i controviali dei principali corsi torinesi, con l’obiettivo di facilitare gli spostamenti in bici in un momento in cui il bus era percepito come un luogo di potenziale contagio.
Se si pensa poi all'inquinamento e alla quantità di incidenti a Torino, dove mediamente viene investito sulle strisce un pedone al giorno, risulta veramente incomprensibile la proposta di questo nuovo codice.
Ma il problema in Italia è forse culturale, manca l'idea di proteggere la libera scelta di un essere umano che esce a piedi di casa e poi decide liberamente come muoversi. Che sia a piedi, in bici o in auto quell'essere umano per noi ha la stessa importanza di un altro.
La città deve tornare ad essere amica dell'uomo, pensate ai centri storici.
Ecco, i centri storici non sono stati pensati dall'uomo per essere attraversati con le auto. Lo dimostra un semplice dato "anagrafico": le bici hanno 200 anni, le auto 100.
Se chiuderli del tutto alle auto non può essere contemplato dalle amministrazioni e dalla politica, allora chiediamo almeno un regolamento in cui si pensa davvero alla sicurezza dei cittadini.
Il Codice è già stato approvato dalla Camera
Il Codice della Strada è già stato approvato alla Camera dei Deputati, ma successivamente sono stati presentati 449 emendamenti, modifiche al testo iniziale. Se anche soltanto una di queste variazioni venisse accolta, il disegno di legge dovrebbe tornare alla Camera per una nuova approvazione. Essendo così tanti gli emendamenti, la legge potrebbe anche essere stravolta.
CONTINUA: Che fine ha fatto il nuovo Codice della strada di Salvini (che ora fa arrabbiare anche i ciclisti)?
Le amministrazioni locali, tra cui quella di Milano guidata dal sindaco Giuseppe Sala, stanno cercando di muoversi rapidamente per richiedere modifiche al testo.
Mentre il dibattito prosegue, resta da vedere se l’amministrazione comunale milanese e le associazioni ambientaliste come Fiab riusciranno a far sentire la loro voce e a ottenere le modifiche necessarie per tutelare le piste ciclabili.
Fiab Torino c'è dai primi anni Ottanta
FIAB Torino Bici & Dintorni, associazione attiva già dagli anni Ottanta per incentivare l’uso della bicicletta nell’ambito quotidiano, promuovendo un modo di muoversi salutare per le persone, sostenibile sul piano sociale, rispettoso dell’ambiente e dell’aria che respiriamo. E non ultimo: per difendere i diritti dei ciclisti abituali e occasionali.
Questi gli obiettivi dichiarati dall'associazione:
Incentivare l’uso della bicicletta nell’ambito quotidiano, promuovendo un modo di muoversi salutare per le persone, sostenibile sul piano sociale, rispettoso dell’ambiente e dell’aria che respiriamo.
Difendere i diritti dei ciclisti abituali e occasionali.
Studiare i problemi del trasporto e proporre, alle amministrazioni ed agli enti competenti, interventi che rendano più sicura la circolazione in bicicletta.
Promuovere il turismo in bicicletta, anche combinato con il trasporto pubblico.Organizziamo escursioni in bicicletta non competitive a scopo culturale e di aggregazione sociale, lungo piste ciclabili e/o strade poco battute dal traffico, promuovendo un turismo alternativo, attento alla natura ed ai tesori del nostro patrimonio storico e artistico. Le escursioni sono graduate in diversi livelli di difficoltà, per favorire anche la partecipazione di chi si avvicina al cicloturismo.