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Raddoppia il centro di biotecnologie molecolare dell’Università di Torino: oggi l’inaugurazione

Il nuovo edificio si presta ad essere uno dei principali poli per la ricerca biomedica sul territorio piemontese e nazionale.

Raddoppia il centro di biotecnologie molecolare dell’Università di Torino: oggi l’inaugurazione
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Unito inaugura il secondo edificio del Centro Interdipartimentale di Biotecnologie Molecolari dedicato allo scienziato Guido Tarone.

Raddoppia il centro di biotecnologie molecolare dell’Università di Torino

Oggi, mercoledì 25 maggio 2022, alle ore 11.00, Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino, Chiara Foglietta, Assessora della Città di Torino alla Transizione ecologica e digitale, Innovazione, Mobilità e Trasporti, Matteo Marnati, Assessore all’Innovazione della Regione Piemonte, Fiorella Altruda, Direttrice di Centro Interdipartimentale di Biotecnologie Molecolari “Guido Tarone” MBC e Lorenzo Silengo, Presidente di Centro Interdipartimentale di Biotecnologie Molecolari “Guido Tarone” MBC, hanno inaugurato il nuovo edificio del Centro Interdipartimentale di Biotecnologie Molecolari dedicato a Guido Tarone, Direttore del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute dell’Università di Torino e scienziato di fama internazionale nel campo della Biologia cellulare.

Il nuovo edificio, che amplierà il Centro di Biotecnologie fino a raggiungere 30.000 mq, si presta ad essere uno dei principali poli per la ricerca biomedica sul territorio piemontese e nazionale. Un polo destinato all'insediamento di attività di ricerca che favoriranno la sinergia tra gruppi provenienti da diversi Dipartimenti e luogo aperto a incubatori di impresa e a gruppi di ricerca europei.

L’ampliamento di via Nizza 44, che ospita il Centro di Eurobioimaging in cui sarà concentrata strumentazione di elevato contenuto tecnologico, svolgerà un ruolo di catalizzatore della ricerca nel campo della genetica con l’obiettivo di coniugare le eccellenze in campo sanitario, scientifico, organizzativo e formativo in stretto rapporto con il mondo produttivo, al fine di garantire livelli elevati di risposta ai bisogni sanitari e creare occasioni di sviluppo economico e sociale, delle tecnologie applicate alla medicina, dell'ingegneria biomedica, bioingegneria e bioinformatica.

Questa nuova realizzazione potenzia il ruolo del Centro di Biotecnologie Molecolari (nei due edifici che lo compongono) e rappresenta un bilanciato mix tra ricerca fondamentale e ricerca preclinica capace di generare sia innovazione industriale grazie anche alla domanda del mondo delle imprese, sia innovazione clinica nell’ambito della medicina di precisione con importanti ricadute sul sistema sanitario.

Il centro, inteso anche come braccio preclinico del Parco della Salute e della Scienza, contribuirà a portare nella pratica clinica la rivoluzione indotta dalle scienze omiche e dal sequenziamento del genoma umano. 

Le attività diagnostiche molecolari che saranno implementate nel centro potranno essere modello a livello nazionale. Infine, ospitando più di 500 ricercatori, costituirà un’adeguata massa critica per sostenere la competizione internazionale nella filiera della salute e si candida a diventare il polo piemontese che può integrarsi con competenze proprie sia con altre realtà nazionali e internazionali. Un forte impulso per migliorare i servizi sanitari e creare occupazione grazie alle biotecnologie e all’industria farmaceutica.

“Un grande risultato per l’Ateneo che rappresenta uno sforzo corale di tutta la comunità accademica con il supporto delle istituzioni regionali e della città metropolitana” ha spiegato il Rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna “Grazie a questo primo ampliamento avremo la possibilità di ospitare nuovi gruppi di ricerca (nazionali e internazionali) e di attivare nuove tecnologie che saranno di supporto anche alle aziende con cui collaboriamo e collaboreremo. Un importante investimento dell'Università di Torino per mettere a sistema la filiera della salute e della ricerca medica aprendola al territorio e alle imprese per rispondere alla domanda e alle attese di innovazione e sostenibilità nell’ambito sanitario”.

Chi è Guido Tarone

Il Prof. Guido Tarone è stato uno scienziato di fama internazionale nel campo della Biologia Cellulare. Il suo interesse scientifico è stato rivolto alla comprensione dei meccanismi che permettono alle cellule di comunicare tra loro e con l’ambiente circostante. Questo complesso sistema di segnalazione è alla base della differenziazione delle cellule e della loro proliferazione. Il suo studio ha portato alla identificazione e caratterizzazione di nuove molecole che hanno aperto nuovi ed importanti campi di ricerca permettendo l’identificazione di nuove molecole coinvolte nell’adesione cellulare e di molecole che governano la contrattilità della cellula muscolare cardiaca dimostrando la possibilità di potere prevenire e controllare la dilatazione del cuore.

Il Prof. Tarone ha svolto la sua attività in prestigiosi Centri di ricerca all’estero ed in Italia mantenendo sempre l’Università degli Studi di Torino come punto di riferimento. In questa Università, oltre che alla ricerca, si è dedicato alla formazione dei giovani, dirigendo la Scuola di Dottorato e contribuendo attivamente alla costruzione del Corso di Biotecnologie. La didattica lo ha visto sempre profondamente coinvolto perché convinto che solo attraverso l’educazione dei giovani si può ottenere il progresso economico e civile. Inoltre, il Prof. Tarone ha diretto il Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute a cui molto si è dedicato sia nella fase costitutiva, con l’aggregazione di gruppi di ricerca sinergici, che nella fase realizzativa preparando per tutti le migliori condizioni di lavoro.

Il Prof. Tarone è stato uno dei promotori della costruzione delle due sedi del Centro di Biotecnologie Molecolari. Anche in questo la sua capacità di osservare le caratteristiche peculiari dei laboratori in cui aveva lavorato e di trasferirle nella nostra realtà, ci ha permesso di realizzare strutture che ben si adattano alle esigenze della ricerca attuale.

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