Processo Ventures, il Tribunale di Torino ha condannato i quattro imputati. Nessun indennizzo per i dipendenti
L'assessore al lavoro della Regione Piemonte: "Tutta la vicenda rappresenta una buttissima pagina di storia che ha segnato un territorio, in cui le prime vittime sono proprio i lavoratori"
Nella giornata di ieri, mercoledì 5 aprile 2023, il Tribunale di Torino accogliendo l’istanza di patteggiamento avanzata dai quattro imputati del processo per bancarotta della Ventures, sulla base dell’accordo raggiunto con il PM, li ha condannati a 4 anni di reclusione, oltre alle pene accessorie, senza, tuttavia, condizionare il patteggiamento ad un preventivo risarcimento delle parti offese: i lavoratori e i sindacati che si sono costituiti parte civile. La sentenza è stata pronunciata dalla giudice Roberta Cosentino.
Per il procuratore aggiunto Marco Gianoglio, che ha coordinato le tutte indagini su questa caldissima vicenda, i quattro imputati hanno sottratto ben 250mila euro dalle somme vincolate all’investimento che doveva avvenire nell'ex fabbrica di Riva di Chieri, in provincia di Torino.
"La pena - commenta il legale al quotidiano La Repubblica - ci consentirà di accedere a misure alternative alla detenzione. Quanto ai risarcimenti, non erano l'oggetto dell'udienza. Vi sarà, eventualmente, un separato giudizio di sede civile".
Gli investimenti a Riva di Chieri
La fabbrica dell'ex Embraco di Riva di Chieri doveva diventare un polo di alta tecnologia per produrre robot per pulire i pannelli fotovoltaici e dare così una nuova occupazione ai dipendenti rimasti senza lavoro. Una riconversione che si sarebbe dovuta concretizzare grazie agli investimenti e alla nuova società ma nulla di tutto ciò è poi avvenuto.
Sulla vicenda sono intervenuti Ugo Bolognesi della Fiom Cgil Torino e Elena Poli avvocato della Fiom Cgil Torino:
“Nonostante la normativa non attribuisca alle parti civili nessun potere di incidere sulla decisione del Tribunale, abbiamo di nuovo illustrato al Tribunale, come già avevamo fatto alla scorsa udienza, il nostro dissenso alla concessione del patteggiamento in assenza di una qualsiasi riconoscimento dei gravissimi danni che i reati commessi dagli imputati hanno prodotto ai lavoratori ed alle loro Organizzazioni e per questo motivo non possiamo dirci soddisfatti dalla sentenza, nonostante il Tribunale abbia, anche in ragione del nostro intervento, rifiutato l’originaria proposta di patteggiamento ai minimi della pena (tre anni di reclusione).
Una multinazionale ha chiuso uno stabilimento storico del nostro territorio, cessando una produzione industriale e disperdendo così competenze e capacità, i soci ed amministratori della Ventures che si erano impegnati alla reindustrializzazione del sito, si sono, invece, illegittimamente appropriati dei finanziamenti che ne avrebbero dovuto sostenere la realizzazione, conducendo l’azienda al fallimento, cosicché centinaia di famiglie di lavoratori, dopo anni di lotte e sofferenze, in assenza di vere e concrete politiche industriali, oggi si trovano in condizioni drammatiche.
La vicenda Embraco rappresenta il fallimento del nostro Paese nell’affrontare le crisi industriali: piani di reindustrializzazione privi di fondamento e presentati da soggetti che consapevolmente li affossano per trarne profitti indebiti si stanno ripetendo in Italia. Da chi ha le responsabilità di Governo e dalle imprese vogliamo risposte concrete al mondo del Lavoro, a tutela dell’occupazione, dei salari e per uno sviluppo sostenibile. Valuteremo insieme ai legali quali ulteriori azioni intraprendere anche nei confronti del socio di nazionalità Israeliana della Ventures nei confronti del quale verrà a breve avviato il processo per la bancarotta della società.”
Per l'assessore al lavoro della Regione Piemonte:
"Tutta la vicenda Ex-Embraco rappresenta una buttissima pagina di storia che ha segnato, e continua a ferire, un territorio in cui le prime vittime sono proprio i lavoratori e le loro famiglie a cui ribadito vicinanza e sostegno. Confidando nel lavoro della Magistratura l'auspicio dell'assessore è che, nelle sedi opportune, si possa arrivare a definire un giusto risarcimento per tutti i lavoratori coinvolti”.