PIEMONTE

Presidio del Comitato Salviamo il Meisino davanti al Comune di Torino: "No al progetto della Cittadella dello Sport"

Per gli ambientalisti il progetto è molto impattante

Presidio del Comitato Salviamo il Meisino davanti al Comune di Torino: "No al progetto della Cittadella dello Sport"
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Nella giornata di ieri, martedì 10 dicembre 2024, il Comitato Salviamo il Meisino ha tenuto un presidio sotto il Comune di Torino per portare, dentro e fuori dalla Sala dell’Orologio, la propria contrarietà al progetto della Cittadella dello Sport in toto.

Le parole del Comitato

Dal Comitato, tramite un comunicato, fanno sapere:

"Come ci aspettavamo, si è approfittato del documento della Consulta per effettuare un paio di modifiche al progetto, da propagandare come risolutive: lo spostamento delle pedane del pump track e, sembra, l’eliminazione delle passerelle nelle zone umide.  Riteniamo che neanche tali modifiche sarebbero arrivate, se il comitato Salviamo il Meisino non avesse messo in difficoltà i promotori del progetto con la ferma opposizione alla Cittadella dello sport e la costante mobilitazione nel parco.

Senza la pressione dei cittadini, anche le moderatissime richieste della Consulta, espresse con ritardo di un mese sull’inizio dei lavori ed accolte tre mesi dopo, sarebbero rimaste inascoltate.

Per il Comitato però, queste parziali vittorie sono in realtà soltanto briciole di fronte all’obbiettivo ultimo che ci si è dati: quello di impedire la realizzazione della Cittadella dello Sport nella sua interezza. Le nostre motivazioni le abbiamo esposte più volte, anche oggi nel nostro intervento durante l’audizione, del quale alleghiamo il testo.

L’assessore Tresso, inoltre, è passato dalla dichiarazione che non taglieranno alberi sani a quella secondo cui gli alberi che saranno tagliati si contano nell’ordine di unità, ma noi abbiamo già visto alberi tagliati e occultati sotto le foglie dagli operai. Non capiamo come la riduzione a poche unità degli alberi da abbattere si concili con la falsa affermazione che nella ZPS gli alberi alloctoni da rimuovere siano la maggioranza. Gli assessori Tresso e Carretta sostengono che verranno fatti dei monitoraggi per controllare gli impatti negativi. Attualmente i lavori sono partiti da settembre e non si è visto nessuno a monitorare e controllare gli impatti sulla fauna, se non i cittadini e le cittadine. Riteniamo significativo che i consiglieri, durante l’audizione, non abbiano voluto prendere visione di un video (accluso) che mostra l’impatto ambientale, anche acustico, sulla riserva naturale.

 

 

Hanno chiesto di inviarlo, ma nella sede delle decisioni non hanno voluto vedere con i loro occhi quello di cui sono corresponsabili. Nonostante le dichiarate intenzioni di costruire un dialogo (fuori tempo massimo), in realtà c’è una chiusura completa sia alle ragioni dei cittadini, che non sono rappresentate dalla Consulta, sia alla constatazione della realtà dei fatti.

Abbiamo sentito più volte affermare, durante il pomeriggio, come questo sia per la giunta un momento zero, da cui ripartire per costruire il progetto in sintonia con le volontà dei cittadini, iniziando un dialogo… ma continuando con i lavori previsti. Se così è, nessun dialogo è possibile.

Il Comitato prosegue le sue attività di monitoraggio dei lavori e di informazione su quegli impatti che il Comune continua a nascondere. Chi è interessato a partecipare alle attività del Comitato può seguire le nostre pagine Instagram e Facebook, dove daremo presto i prossimi appuntamenti!".

Il testo dell'audizione: 

Il Comitato spontaneo Salviamo il Meisino, sostenuto dagli oltre 11.300 firmatari della petizione online, rifiuta il progetto nella sua interezza, perché anacronistico, incompatibile con la conservazione della riserva naturale del Meisino, e di costo esorbitante: 11,5 milioni di euro da restituire con interessi, a carico della collettività. Ogni giorno siamo testimoni dell’impatto ambientale delle opere previste, cui si aggiunge quello dei lavori non previsti, e ciò fa aumentare la convinzione del nostro “no” e la nostra indignazione. La Consulta, pur criticando la parte sportiva del progetto, giudica positivo l’intervento detto di “rinaturalizzazione” della ZPS. Noi lo respingiamo, perché qualsiasi rinaturalizzazione autentica deve rispettare i tempi e le dinamiche naturali, con interventi graduali, rimodulati via via considerandone gli effetti. Al Meisino invece i tempi sono quelli istantanei delle ruspe e delle motoseghe e quelli strettissimi del PNRR, di cui ammettono l’insufficienza anche i professionisti coinvolti nel progetto, nelle loro relazioni, per giustificare le carenze dei loro rilievi. Ribadiamo che il progetto nel suo complesso è da respingere perché non rispetta i principi di tutela ambientale e perché siamo già fuori tempo massimo per fare esperimenti di questo tipo in un contesto di crisi climatica. Potremmo avere davanti anni caratterizzati da siccità oppure da precipitazioni sovrabbondanti.

La politica, ma anche altri soggetti, non stanno considerando seriamente queste prospettive climatiche, né il tempo esiguo prima del disastro totale. Abbiamo una certezza: la vegetazione attualmente presente al Meisino ha resistito alla siccità di 17 mesi tra l’autunno 2021 e la primavera 2023: sostituire quelle piante con altre è un esperimento rischioso, giustificato solo da ragioni economiche. Le ragioni ecologiche e climatiche ci dicono che dobbiamo innanzitutto conservare la vegetazione (r)esistente. Per di più l’area del Meisino si trova nell’alveo di piena del Po, pertanto ad alto rischio inondazione, fatto ulteriore per cui non si dovrebbe aumentare la frequentazione antropica dell’area. Nella ZPS e nell’area contigua sentieri e strisce di prato sono spariti, sostituiti senza motivo da larghe piste di frammenti di roccia “alloctona”, cioè importata da non si sa dove. Si denaturalizza l’intera riserva naturale, con lavori svolti come in un cantiere qualsiasi. E nessuno, a parte il Comitato, sta monitorando il rispetto delle pur blandissime prescrizioni dell’Ente Parco. La verifica ufficiale si farà, forse, a lavori conclusi, con danni alla flora e fauna irreparabili.

La verità è che le preziose aree umide, le aree di riproduzione avifaunistica, il bosco igrofilo che vive di alberi maturi e necromasse alimentando una ricca catena trofica/biodiversità stanno venendo sacrificati per questioni economiche, a danno dei cittadini e delle generazioni future. L’abbattimento di alberi, con un ritorno ecosistemico negativo, nella zona più matura del bosco non è sostenibile! Dovrete rendere conto dei tagli inutili e maldestri di rami e alberi, della presenza di cingolati e camionette che devastano immotivatamente ogni prato che incontrano e spiegare perché non esiste nessun tipo di controllo, che non sia quello della Digos e delle FFOO. E a proposito dell’assenza di controlli, critichiamo anche l’operato dell’Ente Parco che, oltre a non monitorare i lavori, non ha censito fauna e flora né elaborato il Piano di gestione della ZPS, eppure, su un’area semisconosciuta all’Ente stesso, nell’ultimo quinquennio ha concorso a ogni sorta di devastazione, a partire dalla prima deforestazione parziale dell’Isolone di Bertolla nel 2019-2020, scrivendo sul suo sito che tanto la garzaia (la seconda urbana in Europa) andava estinguendosi non per cause antropiche, ma per scelta degli aironi, che colonizzano un’area, la sfruttano e poi si spostano quando non c’è più cibo. Forse l’Ente confonde gli aironi con gli esseri umani. Ha concesso l’isolone a pascolo, e mandrie di bovini pascolano anche nelle zone umide della ZPS. La manutenzione ordinaria della ZPS, mucche a parte, si fa come negli altri parchi cittadini, con decespugliatori e trattori che entrano nei prati come se non ci fosse fauna selvatica e lasciano solchi profondi e l’erba rasata a zero.

L’Ente Parco ha autorizzato inoltre una gara di ciclocross quinquennale al Meisino, crediamo patrocinata dal Comune. Ci si è dimenticati che nel progetto del Parco dello Sport si dice che in tutta l’area NON saranno praticate attività agonistiche? Anzi, l’Ente Parco nello screening d’impatto della gara ha dimenticato proprio l’esistenza del progetto del parco dello Sport, rispondendo NO alla domanda “ci sono altri progetti che impattano simultaneamente nella stessa area protetta?” Ulteriore “riqualificazione” (deforestazione) delle sponde fluviali con fondi React e ruspe è avvenuta a dicembre 2022 e gennaio 2023 (progetto di fattibilità della Giunta precedente, esecutivo di questa Giunta).

Per tutto ciò e altro ancora che per motivi di tempo non citiamo, rifiutiamo il progetto in toto, e chiediamo che venga archiviato. Diteci come possiamo farlo insieme, senza far prevalere le ragioni dell’economia e della burocrazia sul buon senso e sull’ecologia. Sappiate comunque che continueremo a opporci in ogni modo possibile, per tutelare ambiente, ecosistema e biodiversità anche nell’interesse delle future generazioni, ai sensi dell’art. 9 della Costituzione.

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