TORINO

Politecnico, interrotta da Extinction Rebellion l'inaugurazione di Biennale Tecnologia

Le attiviste denunciano la partnership con Intesa Sanpaolo, banca italiana che più investe in petrolio gas e carbone.

Politecnico, interrotta da Extinction Rebellion l'inaugurazione di Biennale Tecnologia
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È il giorno dell’inaugurazione della terza edizione di Biennale Tecnologia, l’importante manifestazione organizzata dal Politecnico di Torino dedicata all'esplorazione del rapporto tra tecnologia e società.

Poco dopo l’inizio, due attiviste di Extinction Rebellion hanno si sono alzate in piedi tirando fuori dei cartelli con scritto “Dite la verità” e “Intesa Sanpaolo: 18 miliardi nel fossile dal 2016”. Il rettore Saracco ha dato loro parola. In aula erano presenti anche il direttore del quotidiano La Stampa Massimo Giannini e il saggista e matematico Nassim Nicholas Taleb.

Il riferimento

Le attiviste hanno fatto riferimento esplicito proprio ad uno dei principali partner dell’evento, Intesa Sanpaolo. Da alcuni anni, infatti, diversi rapporti mettono in evidenza come Intesa Sanpaolo sia la banca che più investe, in Italia, in petrolio gas e carbone. Fra il 2016 e il 2021, in particolare, ha stanziato 18 miliardi di dollari a favore dell’industria dei combustibili fossili, in gran parte a società che stanno espandendo il loro business nel comparto gas come ENI, Cheniere Energy e Gazprom.

Nel corso dello scorso anno, Intesa è risultata essere anche tra gli istituti al mondo che più hanno finanziato attività estrattive nell’Artico.

“Non sarò così ingenua da chiedere semplicemente di smettere di accettare i soldi di Intesa San Paolo” ha detto Caterina, leggendo il suo discorso.

“Sono qui per chiedere al direttivo della Biennale Tecnologia di ammettere questo paradosso e al rettore Guido Saracco, ai professori e ricercatori di questa università di farsi portavoce di questo messaggio e della gravità di questa crisi”.

Nelle parole di Antonio Guterres infatti, nel suo discorso di apertura alla COP27 che si sta svolgendo proprio in questi giorni a Shalm-El-Sheik, in Egitto:

“Siamo su in’autostrada diretti verso l’inferno climatico con il piede sull’acceleratore”

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