TORINO E PROVINCIA

Piccoli comuni montani rischiano di rimanere senza nemmeno un bancomat, Uncem: "Ora basta"

Il 13% circa della popolazione vive in territori dove non ci sono uffici bancari

Piccoli comuni montani rischiano di rimanere senza nemmeno un bancomat, Uncem: "Ora basta"
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Cresce la protesta nei piccoli comuni per la perdita di servizi essenziali alla persona. In molti centri stanno scomparendo le poste ma anche gli sportelli bancari, veri punti di riferimento soprattutto per la popolazione più anziana.

Il 13% circa della popolazione vive in territori dove non ci sono uffici bancari. Un problema non da poco su cui è ben informata anche al Regione Piemonte, guidata dal forzista Alberto Cirio.

"Credo che mantenere i servizi in montagna sia il primo passo per proteggere le nostre terre alte", rimarca l'assessore regionale alla Montagna, Marco Gallo.

Manifestazione nel Pinerolese

Nella giornata di ieri, lunedì 7 ottobre 2024, si è tenuta una manifestazione a Bobbio Pellice, nel Pinerolese, organizzata dal sindaco, per dire "basta" alla cancellazione di servizi essenziali per le persone che vivono sulle terre alte del Piemonte.

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Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte (Unione nazionale comuni comunità enti montani) al nostro giornale:

"La questione Poste grazie al piano "Polis" sui comuni, dove hanno gli sportelli, è  stabilizzata. Per quanto riguarda gli sportelli bancari al momento non abbiamo ancora una fotografia generale.

Ci tengo a dire che soprattutto Intesa San Paolo ha comunicato al Comune di Cumiana che verranno tolti ben 1500 sportelli in tutta Italia.  Ci sono altri due problemi: il primo è la carenza di medici nei piccoli paesi. I primi a soffrire sono i comuni montani e rurali. Molti medici hanno più interesse nei comuni grandi, per questione di stipendio. E' uno stillicidio che va avanti da anni. L'allarme continua. Il secondo è il divario digitale che è un dramma nonostante il piano bul".

Marco Bussone, Presidente Uncem nazionale:

"Nella manifestazione di lunedì a Bobbio Pellice fortemente voluta dal sindaco Mauro Vignola e dall'Amministrazione comunale abbiamo ribadito non solo che le banche devono smetterla di chiudere sportelli abbandonando i territori, piccoli Comuni, le zone montane e lasciando i sindaci, con il cerino in mano. Abbiamo detto che alle banche chiediamo uno sforzo, e intelligenza, per costruire con tutto il sistema istituzionale una nuova economia per le zone montane e così diremo mercoledì alla prima riunione in Italia con una Regione e il suo Assessore alla Montagna, Marco Gallo, che convoca l'associazione delle banche per avere chiarimenti numeri e dati degli effetti negativi di tutte le chiusure che negli ultimi 10 anni ha sempre fortemente duramente contrastato. La mobilitazione di oggi non è la prima e non sarà l'ultima scenderemo ancora in piazza per dire che le banche hanno la responsabilità di una grave riduzione dei servizi, della contrazione delle opportunità economiche per le imprese, per le famiglie, per gli enti locali. Nonostante i grandi gruppi bancari se ne vanno, sappiamo che ci sono piccoli gruppi di credito cooperativo, casse di risparmio, Poste che invece vanno laddove qualcuno ha deciso di chiudere attraverso piani industriali costruiti in grattacieli-fortino delle grandi città autoreferenziali. Grazie da Uncem al Comune di Bobbio, grazie alle Istituzioni presenti in piazza. C'è bisogno di un'azione forte istituzionale, politica per evitare che l'economia sorpassi il sistema pubblico e scelte economiche sbagliate e dannose siano pericolose per la tenuta del sistema democratico e comunitario territoriale".

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