Parco dello sport al Meisino: rigettato il reclamo dei cittadini e delle associazioni LAV e OIPA per difetto di giurisdizione
Il Comitato Salviamo il Meisino: "La devastazione del Meisino, che non rispetta nessuna regola del gioco, prosegue; la nostra sempre più motivata opposizione pure"

Rigettato il reclamo dei cittadini e delle associazioni LAV e OIPA per difetto di giurisdizione. E' quanto ha fatto sapere il Comitato Salviamo il Meisino, che da diverso tempo si batte contro il progetto della cittadella dello sport, voluta dalla giunta Lo Russo, nel polmone verde della zona nord di Torino.
In una nota stampa il comunicato ha fatto sapere:
"Non ci sarà un accertamento tecnico sull’impatto ambientale del progetto degli assessori Carretta e Tresso, che va sotto la fuorviante ridenominazione di “Centro di Educazione Sportiva e Ambientale” al Meisino.
È quindi falso che il Tribunale abbia dato ragione al Comune, perché nessun Giudice ha valutato il progetto. Il Collegio del Tribunale Ordinario che ha rigettato il reclamo dei ricorrenti contro l’ordinanza della Giudice di 1° grado si è limitato ad attribuire la competenza in materia al TAR. Diversamente da quanto si legge su «La Stampa» (18/07/2025), il Collegio non si è spinto fino a confermare il “difetto di legittimazione” dei cittadini, asserito dalla Giudice in controtendenza a consolidata giurisprudenza. Purtroppo la faticosa e costosa opposizione dei cittadini a scempi come quello che snatura il Meisino (elimina natura, trasformando in aree per attività sportive prati, boschi e zone umide che erano habitat di animali selvatici) incontra anche, in molti casi, lo sbarramento della magistratura, che spesso blocca i ricorsi rimpallando la competenza tra TAR e Tribunale Ordinario, quindi senza entrare nel merito. «La Stampa» peraltro mette nero su bianco una verità: l’intervento sull’ex galoppatoio militare del Meisino è una «ristrutturazione». I progettisti hanno fatto acrobazie linguistiche per sostenere che si tratta di un risanamento. La ristrutturazione non è consentita dal Piano d’Area del Parco Naturale del Po (si approfitterà della revisione del Piano in corso per mettere una toppa su questa infrazione?) Ma tutti gli Enti coinvolti, a Roma e a Torino, sono passati sopra i vincoli ecologici e idrogeologici che avrebbero dovuto impedire la collocazione del progetto al Meisino, nonché escluderlo dal finanziamento PNRR. Invece il PNRR è interpretato come piano per distribuire fondi europei a imprese edili a qualunque costo ambientale e sociale. Il principio DNSH cui dovrebbero conformarsi i progetti (non arrecare danno significativo agli obiettivi ambientali e climatici dell’Unione Europea) è una formuletta senza alcuna sostanza.
Stupisce leggere che al Meisino a oggi sia stato realizzato meno di un quarto dei lavori previsti (23%) e che ciò sia dovuto a rallentamenti causati dalle proteste degli «abitanti», come se vi fossero state occupazioni stabili dei cantieri e non alcune manifestazioni di dissenso all’esterno, mentre alberi abbattuti in condizioni di non sicurezza crollavano sulle recinzioni colpendo i cittadini. Se davvero, a meno di sei mesi dalla fine dei lavori, prorogata di 3 mesi su concessione del Dipartimento dello Sport, il cronoprogramma non è stato rispettato, a Roma dovrebbero bloccare tutto. Ma non succederà, perché PNRR must go on. Ci chiediamo se Tresso e Carretta debbano ancora decidere dove piazzare lo skill bike, che avevano promesso di stralciare, ma dalla determina tale stralcio non risulta. Se anche le pedane dello skill bike e le altre attrezzature sportive fossero “rimovibili” come sostengono loro (ma non è vero per tutte le strutture), ciò non ridurrebbe la devastazione: ammesso che si potessero mettere e togliere, non si potrà fare lo stesso con il prato, il bosco o l’area umida che sarà distrutto per collocarle... E comunque tutte le strutture resisteranno fino alla prima piena del Po, che le sommergerà: potranno naturalmente subire danni, come dichiarato candidamente dall’Ing. Luca Perazzone nello Studio di compatibilità con il PAI. E danni subiranno anche le tasche dei cittadini che dovranno rimborsare i fondi PNRR. Il Comitato Salviamo il Meisino continuerà a denunciare le malefatte dell’Amministrazione Lo Russo che, con il supporto della Fondazione Bloomberg e del Politecnico, ha fatto del finto ecologismo il suo brand".