TORINO

Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, Riabilitazione e della Prevenzione parteciperà al Torino Pride 2025

Il Presidente Smeraldi: "La salute non può prescindere dal rispetto dei diritti e dalla piena dignità delle persone, tutte, senza eccezioni"

Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, Riabilitazione e della Prevenzione parteciperà al Torino Pride 2025
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L’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione delle province di Torino, Aosta, Alessandria e Asti parteciperà al Torino Pride 2025, riconoscendone il valore civico e sociale.

La pluralità delle identità

Le professioni sanitarie rappresentate dal nostro Ordine operano quotidianamente a contatto con la pluralità delle identità e dei bisogni delle persone. È per noi fondamentale affermare il principio di non discriminazione e sostenere una cultura della cura rispettosa delle differenze, che tuteli la dignità di ogni individuo.

La partecipazione al Pride è coerente con l’impegno dell’Ordine nel promuovere una sanità più equa e inclusiva. Chi esercita una professione sanitaria ha il dovere non solo di garantire assistenza tecnica e professionale qualificata, ma anche di contribuire a contrastare ogni forma di esclusione, pregiudizio e diseguaglianza.

«Essere presenti al Pride – dichiara il Presidente dott. Giuseppe Smeraldi – significa riconoscere il ruolo delle professioni sanitarie nella costruzione di una società più giusta. La salute non può prescindere dal rispetto dei diritti e dalla piena dignità delle persone, tutte, senza eccezioni».

Valorizziamo in particolare le istanze contenute nella piattaforma politica del Torino Pride 2025, che pongono l’accento sull’accesso equo ai servizi sanitari, sulla formazione del personale, sull’importanza della salute mentale e sulla tutela della salute delle persone LGBTQIA+.

Con questa adesione, l’Ordine ribadisce che la salute è un diritto universale e che ogni barriera all’accesso ai servizi sanitari costituisce una violazione non solo etica, ma anche professionale.

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