Oggi è finita la scuola e, dati alla mano, tra qualche anno potrebbero finire anche gli studenti
Una provocazione, certo, ma in sei anni gli studenti sono diminuiti del 6 per cento e non è di certo un bel segnale...
Nessuno stava sui social, non c'erano i cellulari in classe. C'era la televisione, la Playstation, Mtv e Messenger per chattare. C'erano i gavettoni e gli scherzi proprio come adesso. Si stava meglio o si stava peggio l'ultimo giorno di scuola di 20 anni fa?
Una cosa è certa: nessuno di noi (nati a metà degli anni Ottanta) aveva tanto sentito parlare di "denatalità" come di questi tempi.
Dati allarmanti
Uscire per le strade questo venerdì, 7 giugno 2024, a Torino significa imbattersi in fiumi di ragazzi fradici e felici. E' finita la scuola e oggi come ieri l'unico pensiero è il futuro.
La maturità per i ragazzi dell'ultimo anno è dietro l'angolo. Le prove, infatti, inizieranno il 19 giugno 2024.
Impossibile però per chi guarda le scene di oggi - con un mix di empatia e solidarietà - non avere, dati alla mano, un retro-pensiero inquietante: in sei anni gli studenti sono diminuiti del 6 per cento. Il prossimo anno accademico ci saranno 6.300 studenti in meno nelle classi, 4mila dei quali soltanto alla primaria.
A spiegare che un possibile lato positivo di questo fenomeno, che altro non è che il risultato di una forte denatalità, ci pensa Stefano Suraniti, direttore dell'Ufficio scolastico regionale secondo il quale il prossimo anno sarà caratterizzato dalla parola "inclusione" grazie ai fondi del Pnrr destinati alla didattica.
Insomma, secondo Suraniti, classi più piccole permetteranno di gestire meglio la didattica, anche quella personalizzata per specifiche esigenze degli studenti.
Da 30 anni non si fanno più figli
Ma come mai in tutta Italia ci ritroviamo con così pochi bambini? Ebbene, secondo l'Istat le radici del problema vanno ricercate 30 anni fa quando non sono nati i potenziali genitori di oggi. A questo si aggiungono ovviamente le scelte delle famiglie di oggi, in linea con quelle di ieri.
Inoltre, negli ultimi anni si è ridotto anche il contributo alle nascite da parte dei cittadini stranieri, che aveva prodotto una ripresa della natalità a partire dai primi anni Duemila.
Insomma in 20 anni ci siamo ritrovati con 3 milioni di giovani in meno e l'Italia nel 2023 registrava appena 10,33 milioni di persone tra i 18 e i 34 anni con un calo del 22,9% rispetto al 2022 quando erano 13,39 milioni.
Le motivazioni sono molteplici: non aiutano ad esempio un minore potere d'acquisto (in 10 anni - 4,5%) e un minor tasso di occupazione nel 2023, il tasso di inattività della popolazione di 15-64 anni (33,3%) era il più alto della media dei Paesi dell'Ue (25,0%).
Ma a questo un 18enne nel 2004 così come nel 1994 non ci poteva pensare, e non se ne può crucciare di certo un liceale del 2024.
E allora, bene l'inclusione, nella speranza che però almeno questa di generazione abbia una maggiore possibilità di scelta.