No della Consulta al piano di rientro della Regione: "Bocciate le acrobatiche furbizie contabili di Cirio sulla Sanità"
Il Piemonte non poteva decidere da sè di "spalmare" il disavanzo sanitario da 4 a 10 anni
Il presidente del Piemonte, Alberto Cirio (Forza Italia) o la prossima presidente dovrà recuperare quasi 250 milioni dalle sue casse e destinarli ad Asl e Aso, in quanto è stato illegittimo l'articolo 8 del Bilancio di previsione 2023-2025 della Regione Piemonte, che prevedeva di spalmare su dieci anni i 932 milioni di un fondo che l'ente aveva deciso di trasferire alle Asl e coprire i ritardi dei pagamenti. Il verdetto è arrivato nella giornata di ieri, martedì 14 maggio 2024, dalla Corte Costituzionale.
L'accordo
Secondo un accordo nel 2016 dall'ex giunta di Sergio Chiamparino, infatti, era previsto che le risorse necessarie per coprire i pagamenti dei fornitori delle aziende sanitarie (circa 1,5 miliardi di euro) fossero trasferite in quattro anni, con scadenza nel 2026, cosa che poi è stata modificata al 2032, nell'aprile 2023, dalla giunta Cirio, riducendo l'importo delle rate a circa 93 milioni di euro all'anno (anziché a 200, 220, 240 e 263).
''La Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale l'articolo 8 della legge regionale dell'aprile 2023 nella quale la Giunta Cirio aveva previsto di prolungare oltre i dieci anni il periodo per la restituzione al Servizio sanitario regionale delle somme destinate alla gestione sanitaria, ma indebitamente sottratte e utilizzate per altri scopi. Si tratta di un miliardo e mezzo di euro strappato alla sanità piemontese'', continuano e consigliano al presidente Cirio di ''seguire i dettami della Costituzione altrimenti si faccia da parte e ci lasci salvare la sanità piemontese''. sottolineano in una nota congiunta le parlamentari piemontesi M5S Elisa Pirro e Chiara Appendino e Sarah Disabato, candidata Cinque Stelle alla presidenza del Piemonte''.