Niente scuola calcio per due bambini di Collegno perché "problematici"
L'assessore allo Sport, Matteo Cavallone: "Al momento non conosco la situazione di questa famiglia. Sono disponibile a conoscerli"
Due bambini residenti a Collegno, nella prima cintura ovest di Torino, stanno avendo un sacco di difficoltà a trovare una scuola calcio per imparare a giuocare a pallone. Perché? Sono considerati "problematici" e quindi non riescono a trovare una società disposta ad accoglierli.
I genitori, Giuseppe Petrucci e Teresa Di Leno, hanno provato a rivolgersi anche alla Federazione italiana gioco calcio per superare il problema (sinora senza troppo successo) e hanno raccontato la loro storia anche al nostro quotidiano online.
L'intervista
Quando avete fatto le iscrizioni alle scuole calcio?
"Abbiamo iscritto entrambi a settembre 2023, a una scuola calcio non lontano da casa, per fare la prima prova. Dirigenti e allenatori in seguito ci hanno detto che i ragazzi non erano idonei perché troppo vivaci".
E in effetti la società, contattata dalla nostra redazione, ha confermato:
Mentre dalla Scuola di calcio Olympic di Collegno, fanno sapere:
"Noi non siamo attrezzati per questo genere di situazioni. Bisogna avere degli istruttori ad hoc che qui non possiamo permetterci. Ci dispiace per questa vicenda".
Mamma e papà però non si sono arresi.
A quel punto li abbiamo portati da un'altra parte ed è accaduta la stessa cosa: ci chiama il dirigente della scuola calcio e dice davanti ad uno dei mie due figli: "io non lo posso prendere perché voglio solo professionisti".
E lei cosa gli ha detto?
Ho risposto: 'Allora non chiamatela scuola calcio, ma scuola per professionisti'.
Dopo che avete fatto?
Siamo andati in una terza scuola dove ci hanno tranquillamente detto che sì, c'erano altri bambini iperattivi, ma che al momento erano al completo.
In seguito mia moglie lì ha portati in un'altra scuola ancora, su suggerimento di un conoscente, e qui prima ci hanno detto sì. Poi hanno scoperto che il più grande ha l'asma ai bronchi e che prima di giocare doveva fare il ventolin.
Inizialmente ci era stato detto che non era assolutamente un problema. Successivamente però il dirigente ci ha incontrato e ci ha detto: 'No no, non prendiamo assolutamente bambini con questa problematica'.
Ma voi avete un certificato?
Sì, mia moglie gli ha mostrato il certificato spiegando che mio figlio (il più grande) poteva e può comunque svolgere l'attività sportiva, nonostante il problema da noi sollevato.
Siete in difficoltà?
Assolutamente sì. Queste situazioni che abbiamo riscontrato chiudono di fatto le porte ai bambini. Umiliandoli. Noi genitori cosa possiamo fare quando un bambino ti dice "voglio giocare a calcio e piange?"
I miei figli si sono sempre comportati bene in campo, perché non hanno diritto a giocare a calcio? E' normale trattare così un bambino perché non professionista o perché ha l'asma? Mi fa male vedere che solo la parrocchia lì prende e non una scuola calcio dove c'è possibilità di crescere in maniera diversa. Mio figlio, il più grande, andrebbe a dormire con il pallone in mano.
I suoi figli quanti anni hanno?
9 anni e l'altro 7.
Avete intrapreso azioni legali?
Abbiamo scritto alla FIGC e ad alcune trasmissioni televisive ma ancora non abbiamo avuto risposte. Dovrebbe essere un diritto di tutti i bambini giocare a calcio.
Sulla vicenda abbiamo chiesto un commento anche all'assessore allo Sport del Comune di Collegno, Matteo Cavallone:
"Al momento non conosco la situazione di questa famiglia. Sono disponibile a conoscerli. Dico anche che gli impianti sono attività associative, ma comunque private. Sono date in gestione, ma sono autonome. Il Comune ha chiesto nel tempo delle carte di intento, un codice etico per fare in modo che lo sport sia davvero inclusivo".