Morto Matteo Brigandì, storico avvocato di Umberto Bossi
Era ricoverato alla clinica Fornaca di Torino
Dopo una lunga malattia è morto questa mattina, 19 dicembre 2024, a Torino, Matteo Brigandì, storico avvocato ai tempi della Lega Nord e di Umberto Bossi. Per anni, il suo nome è stato legato alla difesa delle cause leghiste e delle autonomie locali.
Senatore nel 1994 e poi deputato leghista nel 2006, ha fatto parte anche del Consiglio superiore della magistratura. È stato consigliere regionale in Piemonte e assessore al Commercio.
L'impegno politico
Nato a Messina il 20 marzo 1952, si era laureato in Giurisprudenza all'Università di Torino ed esercitava la professione di avvocato dal 1978. È stato senatore della Repubblica dal 1994 al '96 e ha fatto parte, prima, della Commissione Finanze e Tesoro e poi della Commissione Giustizia ed è stato vicepresidente della Commissione di inchiesta sul terrorismo in Italia.
Nel 2000 è stato eletto per la prima volta in Consiglio regionale (quota proporzionale) nella circoscrizione di Torino con 2.959 preferenze. È stato presidente del suo gruppo sino al 3 dicembre 2002 quando è stato nominato assessore regionale con delega a Legale e contenzioso, Formazione professionale, Commercio estero e Società partecipate. Accusato di corruzione, si dimette da assessore: condannato in primo grado viene assolto in appello con sentenza confermata in Cassazione.
La battaglia legale contro la Lega Nord
Solo pochi giorni fa il Tribunale di Milano aveva condannato la Lega Nord per l’indipendenza della Padania al pagamento di 3 milioni, in favore di Brigandì, come compensi professionali dal 2000 al 2012, in virtù di quello che è stato definito un segreto siglato nel 2014 tra Bossi e il nuovo segretario della Lega Nord, Matteo Salvini: Brigandì aveva rinunciato a 6 milioni di euro di mancati pagamenti dalla Lega Nord in cambio della conferma dell’intero staff della segreteria leghista nel passaggio Bossi-Salvini, cosa che non è avvenuta.