TORINO

Mirafiori si ferma: arrivano due mesi di cassa integrazione per i lavoratori

Inizierà il prossimo 12 febbraio e durerà fino al 30 marzo

Mirafiori si ferma: arrivano due mesi di cassa integrazione per i lavoratori
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Mirafiori si ferma ma trema. Si perché dal 12 febbraio partirà la cassa integrazione e durerà fino al 30 marzo per i 2.260 lavoratori (1.251 della linea 500 Bev e 1.009 della linea Maserati), impiegati nello storico stabilimento torinese.

Doccia fredda

La notizia del fermo di due mesi è una vera doccia fredda che arriva dopo il botta e risposta tra Tavares e il governo Meloni.

"Una dichiarazione di questa portata da parte di Tavares alla vigilia di un incontro molto atteso con il governo e con i sindacati, è dirompente e lancia un messaggio non distensivo. Non è quello che ci saremmo aspettati". Afferma quattro giorni fa, Rocco Cutrì, segretario generale della Fim torinese

"Con gli altri sindacati stiamo lavorando insieme per tracciare un obiettivo comune sul futuro di MIrafiori, ci aspettiamo da un gruppo come Stellantis la giusta attenzione visto che stiamo toccando i minimi storici di produzione. Purtroppo anche la 500 elettrica nonostante l'apertura del mercato americano dall'inizio dell'anno, in questo momento ha una prospettiva di cassa integrazione. Ci aspettiamo al più presto un tavolo su Torino. bene ha fatto il sindaco a rivolgersi a Meloni. La questione Torino è centrale, Mirafiori rischia di scomparire" aggiunge Cutrì. "Non è tempo do polemiche, vogliamo analisi di merito e scelte compiute".

Rocco Cutri
Rocco Cutri

La nascita del nuovo colosso

La nascita di un nuovo colosso a baricentro francese, da 7 milioni di auto e oltre 220 miliardi di fatturato, non può che alzare, come dicevamo, la tensione e la paura tra i lavoratori.

"Non esiste alcun piano allo studio riguardante operazioni di fusione di Stellantis con altri costruttori. La società è concentrata sull'esecuzione del piano strategico Dare forward e nella puntuale realizzazione dei progetti annunciati per rafforzare l'attività in ogni mercato dove è presente, inclusa l'Italia". Lo afferma il presidente di Stellantis John Elkann, interpellato dall'ANSA. "Stellantis - aggiunge - è impegnata al tavolo automotive promosso dal Mimit che vede uniti il governo italiano con tutti gli attori della filiera nel raggiungimento di importanti obiettivi comuni per affrontare insieme la transizione elettrica".

''Renault non commenta le voci e le indiscrezioni. Onestamente, non abbiamo alcuna informazione su questo argomento'': lo dice la direzione per la comunicazione di Renault replicando a una domanda dell'ANSA su un possibile consolidamento futuro con Stellantis.

"Con tutto quello che agli italiani è costata l'ex Fiat, l'attuale Stellantis è l'ultima che può imporre, disporre o minacciare". Lo afferma il ministro dei Trasporti e vicepresidente del consiglio Matteo Salvini rispondendo a una domanda sull'ingresso dello Stato in Stellantis. "Diciamo - sottolinea - che lo stato ci è già entrato 18 volte con i soldi dei cittadini". "Io - prosegue - sono per il privato, che faccia il privato ma è troppo comodo fare il privato come lo hanno fatto questi signori che poi hanno trasferito all'estero sedi e stabilimenti". "Quindi - conclude - non penso che lo stato italiano possa accettare imposizioni da signori che con l'Italia hanno poco a che fare".

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