«Mi arrendo al degrado»: chiude bottega esasperato da spaccio e violenze
Sergio Prete abbassa le serrande: «Il mio negozio è diventato una trincea»; il presidente di Circoscrizione 6: «Un fallimento collettivo»

“Sconfitto” dal degrado e dalla criminalità: un altro esercizio commerciale abbassa le serrande nella zona di via Feletto.
E il titolare denuncia una situazione di degrado, divenuta ormai insostenibile. In un messaggio pubblico carico di amarezza, il commerciante ha descritto una realtà quotidiana fatta di intimidazioni e illegalità.
A parlare è Sergio Prete, che negli ultimi anni ha aperto fra le vie Feletto e Montanaro una bottega vintage e antiquariato. Nello stesso spazio tiene anche lezioni, insegnando l’arte della tappezzeria e del brocantage.
Purtroppo, denuncia: «Il mio negozio non è solo un'attività commerciale, ma una trincea. Ogni giorno è una sfida – dichiara -gente che entra solo per rubare, minacciare o cercare guai. Se chiami le forze dell’ordine, sei tu a passare per ‘disturbato’, mentre chi disturba davvero continua a spadroneggiare come se niente fosse. C'è chi si piazza davanti all'ingresso a spacciare come fosse la cosa più normale del mondo - ribadisce il negoziante nella sua accorata testimonianza - C’è chi urina o si droga dietro la mia vetrina in pieno giorno, sotto gli occhi di madri e bambini, come se la dignità di un quartiere non valesse nulla. Le telecamere non fanno paura, i dissuasori del bivacco sui gradini non fanno male al culo dei tossici e le denunce e i ricorsi che faccio sembrano sparire nel nulla».
Nella sua denuncia, l'esercente descrive una situazione drammatica: «L'area antistante il mio negozio è stata completamente occupata. Numerosi individui si stendono davanti all'ingresso giorno e notte, alcuni in stato di alterazione. L'attività di spaccio avviene alla luce del sole, come se si trattasse di uno spazio pubblico e non dell'accesso a un esercizio commerciale».
Il presidente di Circoscrizione: "Fallimento collettivo"
Dopo la chiusura del negozio, è intervenuto il presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto, che ha espresso profondo rammarico per l'accaduto, definendolo "un fallimento collettivo".
«Apprendo con grande rammarico la decisione di un commerciante della nostra città di chiudere la sua attività, un atto che segna la resa di chi, nonostante le difficoltà, ha cercato di resistere con impegno e onestà. Non posso fare a meno di riflettere su quanto questo gesto rappresenti un fallimento collettivo».
Il presidente ha poi rivolto un appello diretto alle autorità cittadine: «Chiedo al Sindaco e all'amministrazione centrale di fare di più. Non possiamo più permettere che i nostri commercianti siano costretti ad arrendersi davanti a fenomeni di violenza e illegalità. È necessario un intervento concreto e tempestivo: una presenza della polizia municipale che oggi si vede solo per fare le multe, un incremento dell’illuminazione pubblica e azioni di supporto alle imprese oneste che vogliono fare il proprio lavoro».
E in Barriera di Milano cresce la preoccupazione: senza un'azione decisa e coordinata delle istituzioni, altre attività commerciali possano seguire lo stesso destino, impoverendo ulteriormente un quartiere già in evidente difficoltà.