L'Università di Torino taglia i fondi alla ricerca per recuperare 12 milioni di euro
Una questione non solo di soldi, ma anche di opportunità perdute
Con un buco di bilancio di ben 12,5 milioni di euro, il rettore dell'Università di Torino, Stefano Geuna, ha deciso di congelare una parte dei fondi destinati alla ricerca locale.
Ricerca congelata
Si tratta di fondi accumulati nel corso degli anni che dovrebbero scadere nel settembre 2025. Risorse destinate a borse di studio, convegni ma anche all'acquisto di materiale necessario al lavoro.
Nella mail inviata il 5 dicembre 2024 ai vari dipartimenti, il rettore ha comunicato che, per garantire la chiusura del bilancio di previsione, i fondi dedicati alla ricerca locale sono temporaneamente sospesi. A ricercatori e docenti, non è chiaro come e quando possano essere sbloccati.
Una questione che non riguarda solo i soldi, ma anche di opportunità perdute.
Ora spetta al Cda confermare la decisione. Intanto sul piede di guerra ci sono anche i precari, che contestano la riforma del pre-ruolo: un ordine del giorno, in cui si chiedeva di prendere posizione, non è stato votato dal Senato, che ha invece preferito una mozione più conciliante.
I costi del Polo di Grugliasco
Una delle cause principali di questa situazione è sicuramente il Polo di Grugliasco. Un progetto ambizioso prevede la creazione di un campus scientifico, ma che è stato soggetto al "caro materiali" che ha colpito il settore edile in Italia.
Inoltre, l’Ateneo quest'anno ha dovuto restituire 39 milioni di euro agli studenti. L’Università infatti per un certo periodo aveva riscosso tasse per un importo superiore a quanto consentito dalla legge. Somme eccessive che hanno portato all’intervento del sindacato studentesco Unione degli Universitari e alla recente sentenza del Consiglio di Stato.