Torino

Lui, lei, la chitarra e la Dora ingrossata: ecco perché non ci dimenticheremo di questa immagine

Questa foto ci ricorda che esiste un atteggiamento diffuso che ci rende tutti (o almeno chi di noi ha sempre il telefono in mano) provetti reporter e influencer navigati, in barba a reali rischi e situazioni di pericolo

Lui, lei, la chitarra e la Dora ingrossata: ecco perché non ci dimenticheremo di questa immagine
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Di certo non pensavano di finire sui giornali, additati come due ragazzini privi di empatia. A finire sotto la lente di giornalisti ed opinionisti sono due innamoratini di Torino, lui con la chitarra in mano a cantare una serenata a lei, che non ha occhi che per il suo menestrello, il mondo intorno a loro però sta annegando, nel vero senso della parola.

Lui, lei, la chitarra e la Dora

C'è la Dora dietro alla coppietta, immortalata in uno scatto poi diffuso sui social, lo spettacolo non è dei più romantici: il fiume è pericolosamente in piena, pare un mare agitato. E se è così a Torino, è peggio in altre zone d'Italia.

Ma agli innamoratini, che noi però a differenza di altri colleghi non ci sentiamo di accusare di mancanza di empatia, pieni del loro amore adolescenziale, importa poco in quel momento.

Forse, speriamo, gli sarà importato dopo nel leggere i tremendi danni che le piogge torrenziali portano a case e cose per non parlare delle persone che si trovano loro malgrado in mezzo all'acqua.

A due passi da un fiume talmente minaccioso da far sembrare che possa inghiottirsi da un momento la coppia, la riflessione però non è da fare solo su di loro.

Jogging a due passi dal Po ingrossato

Basti pensare ai tanti, troppi, torinesi che questo weekend hanno deciso di passeggiare e fare jogging praticamente bagnandosi i piedi con il Po che ai Murazzi aveva già raggiunto il marciapiede.

Un atteggiamento generale che forse denota lo sviluppo di una certa dimestichezza con l'acqua, ormai "compagna di vita" negli ultimi mesi, particolarmente piovosi, ma forse anche con un calcolo assolutamente arbitrario del rischio e del pericolo.

Come se, nonostante tutto quello che si legge, le tragedie toccassero sempre solo gli altri e noi telefono in mano, mi raccomando, fossimo tutti dei provetti reporter o degli influencer navigati.

Situazione simile in Emilia

Una situazione simile si è presentata in Emilia, dove è stato addirittura necessario l’intervento dei carabinieri. I militari dell’Arma hanno allontanato persone che scattavano selfie con fiumi e torrenti in piena sullo sfondo. D'altra parte vuoi non avere tra le mani un contenuto del genere? Potrebbe valere migliaia di like.

L'associazione sindacale Sim Carabinieri, tramite comunicato, si è così espresso:

"Profondo sdegno per il comportamento irresponsabile di chi, in piena emergenza alluvionale, si espone al pericolo avvicinandosi agli argini dei torrenti in piena, semplicemente per scattare selfie da condividere sui social. Questo atteggiamento sconsiderato non solo mette a rischio la propria incolumità, ma distoglie risorse preziose e personale impegnato in operazioni di soccorso a favore di chi ha realmente bisogno di aiuto".

Eppure di selfie (e incoscienza) si può morire

A ricordarci che di selfie e incoscienza si muore anche l'assurda vicenda, piuttosto recente, di Lewis Stevenson, 26enne influencer di Derby, Inghilterra, che ha perso la vita mentre scalava il ponte Castilla-La Mancha a Talavera de la Reina, in Spagna, per creare contenuti per  Instagram. Il ponte, alto 192 metri, è il più alto di tutta la Spagna, pertanto è severamente vietato arrampicarsi sulla sua struttura, ma Lewis, con il suo amico, ha deciso di ignorare il divieto, spinto dalla voglia di impressionare i suoi follower.

Lewis Stevenson, fonte foto: Facebook

Senza andare tanto lontano, in un'Italia messa in ginocchio dall'acqua, questo weekend, c'erano anche tanti adulti a farsi i selfie vicino ai fiumi ingrossati. Ecco, forse dovremmo incominciare a riflettere su questo.

 

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