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L’Ordine dei Medici, gli Ordini degli Psicologi e delle Professioni sanitarie al Pride di Torino: è la prima volta

I tre Ordini si uniscono per condividere e ribadire i tre principi della Diversità, Equità e Inclusione

L’Ordine dei Medici, gli Ordini degli Psicologi e delle Professioni sanitarie al Pride di Torino: è la prima volta
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"Chi ha scelto la Cura non può non contrastare nella sua attività quotidiana ogni forma di omofobia e discriminazione": con questo spirito, L’Ordine dei Medici  e Odontoiatri di Torino, gli Ordini degli Psicologi  e delle Professioni infermieristiche aderiscono al Pride in programma a Torino il 7 giugno sottolineando l’impegno  costante nella lotta alla discriminazione.

Il primo anno di adesione al Pride

I tre Ordini, dunque, si uniscono per condividere e ribadire i  tre principi della Diversità, Equità e Inclusione, fondamentali per creare un ambiente professionale e sociale equo e inclusivo e soprattutto rispettoso delle differenze individuali.

Per l’Ordine dei medici questo è il primo anno di adesione al Pride torinese.

"Come sancisce l’articolo 3 del nostro  Codice deontologico. - chiarisce il presidente dell’Omceo Guido Giustetto - riteniamo che le persone debbano essere rispettate e tutelate nella loro integrità psicofisica indipendentemente dal loro orientamento sessuale".

"Insieme - sostiene il presidente dell’Ordine regionale  degli Psicologi del Piemonte Giancarlo Marenco - possiamo contribuire ad un mondo più responsabile e aderente ai diritti umani per tutte le persone, senza “se” o  “ma” che possano rallentare o impedire il riconoscimento di questi diritti. Il Pride si muove in linea con questo spirito e i nostri Ordini lo sostengono".

Sostenere la salute dell’individuo "al di là di ogni credo, genere o preferenza personale". E’ questa l’ottica con cui l’Opi Torino, aggiunge il presidente Ivan Bufalo

"ha sempre concesso il patrocinio al Pride. Con questa scelta vogliamo sottolineare il ruolo essenziale della nostra professione: prenderci cura della salute della persone senza alcuna distinzione sociale, di genere, di orientamento della sessualità, etnica religiosa e culturale. L’infermiere si astiene sempre da ogni forma di discriminazione e colpevolizzazione nei confronti di chiunque incontra nel suo operare".

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