Libertà dell'informazione, lunedì 6 maggio sciopero dei giornalisti della RAI
Lo scorso 29 aprile 2024 è stato approvato un documento, con due voti contrari, dall’assemblea della TGR Piemonte
Nella giornata di lunedì 6 maggio 2024, ci sarà la prima di 5 giornate di sciopero dei giornalisti della RAI, proclamate dal sindacato Usigrai.
Lo scorso 29 aprile 2024 è stato approvato un documento, con due voti contrari, dall’assemblea della TGR Piemonte.
I giornalisti e le giornaliste fanno sapere tramite un comunicato:
"Da decenni la Rai è ostaggio del governo di turno, a causa di un meccanismo di governance che consegna di fatto la nomina dei direttori delle testate dell'azienda a chi vince le elezioni. Un sistema che è stato ulteriormente peggiorato dagli esecutivi dell'ultimo decennio e di cui assistiamo, anche nelle cronache di questi giorni, ad effetti sempre più evidenti. Le giornaliste e i giornalisti della redazione della TGR Piemonte attendono, insieme ai colleghi di tutta l'azienda, da troppo tempo una riforma che elimini i condizionamenti esterni imposti dai partiti all'attività quotidiana dai cronisti.
Nel frattempo, assistono ad un impoverimento di risorse, con le mancate sostituzioni di maternità, la riduzione dell'organico degli assistenti di redazione, la mancanza di un piano di assunzioni che passi da nuovi concorsi programmati organicamente, nonché la mancanza di un piano per la trasformazione digitale. Tutti elementi che concorrono a un progressivo impoverimento dell'offerta di contenuti.
Per questi motivi, le giornaliste e i giornalisti della TGR Piemonte aderiscono allo sciopero indetto dall'Usigrai a tutela dell'indipendenza del lavoro giornalistico".
Il sindacato Unirai - Liberi giornalisti Rai su Facebook:
"Di asfissiante c'è chi non si rassegna al pluralismo in Rai e insieme a qualche partito soffre la fine del monopolio. Unirai conferma di non aderire allo sciopero politico."
Il richiamo di Mattarella: "Il pluralismo dell'informazione è irrinunciabile"
"Anche l'informazione è attraversata da cambiamenti epocali. La velocità delle trasformazioni rischia di incidere su pilastri della nostra stessa democrazia. Il pluralismo resta una condizione di libertà irrinunciabile ed essere riusciti ad arricchire il campo delle fonti, l'analisi dei fatti, il confronto tra i punti di vista è un valore che si riverbera sull'intera società".