TORINO

L’edificio ex-Nebiolo a Torino diventerà una moschea

L’obiettivo di questa iniziativa è di costituire un elemento di qualità nel panorama cittadino, ponendosi al servizio dell’inclusione sociale, dell’internazionalizzazione e delle esigenze della popolazione locale

L’edificio ex-Nebiolo a Torino diventerà una moschea
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La Confederazione Islamica Italiana (CII) ha annunciato il progetto per la realizzazione di un nuovo centro culturale polifunzionale presso l’edificio ex-Nebiolo, sito in via Bologna 55 a Torino, volto alla completa riqualificazione della struttura.

L'obiettivo

L’obiettivo di questa iniziativa è di costituire un elemento di qualità nel panorama cittadino, ponendosi al servizio dell’inclusione sociale, dell’internazionalizzazione e delle esigenze della popolazione locale – con particolare riferimento al processo di riqualificazione complessiva del quartiere “Barriera di Milano”, già avviato negli anni scorsi da diverse amministrazioni cittadine.

Lo studio

Lo studio sugli scenari di fruizione del progetto è stato sviluppato da un apposito gruppo di lavoro formato da docenti del Politecnico di Torino – Dipartimento di Architettura e Design, attivi nell’ambito del design per l’interculturalità – e da giovani studenti del TurinProject CII, che hanno operato con entusiasmo per impostare le progettualità del centro culturale; questo gruppo di lavoro si occuperà altresì della comunicazione che fungerà da “voce narrante” del centro – sia in relazione alla sua comunicazione interna (accoglienza dei visitatori, espositori, segnaletica, etc), sia nell’ambito dei suoi rapporti strutturali di interazione e di stretta collaborazione col territorio (media, istituzioni, società civile, etc).

Questo ruolo sarà svolto in continuità con la storia della zona e dell’edificio stesso: una delle più importanti fonderie di caratteri tipografici, nonché fabbrica di macchine per tipografia in Italia. L’architettura industriale di questo complesso racconta l’anima di un’epoca e di un territorio, nonché della cittadinanza che questi luoghi ha vissuto e contribuito a plasmare: essa sarà dunque accuratamente preservata nelle sue parti caratteristiche, di concerto con la Sovrintendenza, e le nuove identità, destinazioni d’uso ed attività connesse all’ex Fonderia saranno interpretate come un’accogliente e creativa “fucina di cultura” al servizio della cittadinanza.

In seguito alla sua completa riqualificazione, oltre l’80% dell’area sarà destinata a servizi di pubblica utilità aperti alla cittadinanza: biblioteca, area dedicata a mostre ed iniziative culturali, studentato universitario ed aule studio – che andranno così ad aggiungersi al sistema di servizi pubblici e privati offerti dalla Città. Luogo aperto al pubblico e rivolto principalmente alle sue esigenze, il centro declinerà nella molteplicità dei suoi spazi la coltura dei valori universali della pace, dell’accoglienza, del contrasto all’estremismo tramite l’educazione, della tolleranza e del servizio altruistico alla cittadinanza. Uno spazio sarà inoltre dedicato alle esigenze cultuali dei fedeli musulmani, che offrirà altresì un riferimento di valore anche turistico ai visitatori della Città, oltre a prevenire l’insorgenza di situazioni di disagio dovute alla mancanza di spazi idonei, verificatesi in altre città.

La CII ha formulato inoltre richiesta di affidamento in cura degli adiacenti giardini di via Como, come ulteriore assunzione tangibile di responsabilità e dimostrazione di desiderio di condivisione benefica col quartiere: lo spazio verde – che resterà ovviamente pienamente agibile a tutti i cittadini – sarà in tal modo riqualificato e valorizzato, anche con piccole attività di giardinaggio e piccola orticoltura, a beneficio degli studenti alloggiati e della Circoscrizione.
La CII intende sviluppare il progetto, secondo le linee descritte, in stretto coordinamento e diretta collaborazione non solo con l’amministrazione comunale, ma anche col tessuto sociale, economico, culturale e religioso della Città di Torino – nello spirito di una comune tessitura di relazioni locali, nazionali ed internazionali che sia di beneficio al rilancio della Città ed all’interesse della cittadinanza nel suo complesso. Dettagli sull’avviamento ed avanzamento delle attività saranno puntualmente forniti, di concerto coi nostri interlocutori istituzionali.

Sulla nuova moschea, MONTARULI-ALESSI (Fdi) fanno sapere:

“All’indomani della notizia di una donna segregata in casa vittima di sevizie e abusi in nome di Allah proprio nel quartiere di Aurora, vorremmo che la comunità islamica che ha già visto approvato dalle amministrazioni un progetto di luogo culto promuova una grande iniziativa sul rispetto delle persone e l’allontanamento dei violenti che si fanno scudo improprio della religione. Quello che è avvenuto non è un caso isolato ma è un caso unico solo perché portato alla luce temiamo dall’omertà di chi pratica la sharia e che solo l’innocenza di un bambino di sette anni è riuscito a sconfiggere per ora. Chi potrà avere una moschea ha il dovere di mettere in campo azioni per arginare e denunciare chi riduce in schiavitù una donna, chi  spaccia, chi contribuisce a degradare un quartiere con il proprio comportamento. Se si vuole la riqualificazione di Aurora e l’integrazione non si può prescindere da una simile azione e chiedo quindi alla CII di attivarsi in tal senso” dichiara Augusta Montaruli vice capogruppo di FDI alla Camera. 

“La sinistra parla sempre di parità, ma anche nel progetto di questa moschea abbiamo visto che la donna continua essere isolata dagli uomini nella sala preghiera. Serve un passo ulteriore per rimarcare che le donne non vanno discriminate" conclude Patrizia Alessi, capogruppo Fdi nella circoscrizione Aurora.

 

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